STRESS: un’analisi psicobiologica

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“Amore, vorrei vederti… dobbiamo parlare”

Una frase apparentemente semplice ma che, in molte persone, può creare una risposta psicofisica chiamata “STRESS”.

Ma cos’è lo stress? La sua esplicazione è cambiata nel corso tempo, con il progressivo avanzamento della ricerca.

Le prime definizione di stress furono formulate da Walter Cannon, il quale, già nel 1915, spiegava come questo fenomeno fosse una variazione del concetto di omeostasi e si basasse su comportamenti di Fight/Flight. Una spiegazione che, pur dando una buona risposta iniziale, risulta incompleta al giorno d’oggi poiché è ormai assunto che tutte le attività di un organismo hanno a che fare con la difesa dell’omeostasi.

Da questo punto di partenza, si arriva poi alla definizione di Sapolsky che definisce lo stress come una risposta (evoluzionisticamente determinata) a fattori interni o esterni che richiedono un intervento immediato da parte dell’organismo. Pur avendo un valore significativo, la spiegazione basata unicamente sull’omeostasi risulta circoscritta in quanto, attualmente, si considera lo stress come l’effetto di una serie di fattori che possono comportare un’intensa reazione, con conseguente maggiore rilascio di glucocorticoidi. Questi, permettono di far funzionare il corpo in maniera ottimale comportando, ad esempio, fenomeni fisiologici come il risveglio (momento della giornata in cui sono infatti registrati picchi di stress).

La risposta dello stress può risultare adattiva?

La risposta più corretta è: “dipende”.

Se è evidente un iniziale adattamento allo stress, questo però può durare relativamente poco ed anzi, secondo lo schema GAS (General Adaptation Syndrome) di Selye, si è notato che l’iniziale adattamento fisiologico, fallisce se lo stesso stress risulta prolungato nel tempo.

Cosa comporta questo? Implica la comparsa di una serie di disturbi psicosomatici come: ipertensione, aterosclerosi, ictus, aritmie cardiache, ulcere gastriche e duodenali, coliti, allergie, asma, malattie autoimmuni, atrofie, inibizioni della neurogenesi, diabete o anche disturbi psicologici come ansia, depressione, PTSD e schizofrenia.

Ma questo processo di adattabilità deve passare attraverso un processo chiamato allostasi.

L’allostasi è una risposta fisiologica di stress: nello specifico, si tratta di un insieme di meccanismi a due fasi che mantengono l’organismo vitale, funzionale e adattivo:

  • Attivazione della risposta allostatica, che dà inizio ad una serie di complesse risposte adattive;
  • Disattivazione di questa risposta quando la minaccia si è esaurita.

Da notare, è come queste attivazioni possono provocare l’insorgere di un “Allostatic Overload”.

Gli stessi mediatori dell’adattamento possono favorire la manifestazione della patologia. Un esempio è il cortisolo, l’ormone prodotto dalle ghiandole surrenali deputato allo stress. Questo ormone, nelle giuste quantità, supporta l’attività fisica, la mobilizzazione dei substrati energetici, la pulsione della fame e la ricerca del cibo. Alti livelli di cortisolo possono comportare iperglicemia, iperinsulinemia, deposito di grassi e altre patologie.

Quindi che fare?

Attualmente le modalità di cura e prevenzione dello stress rientrano in pieno nel modello Bio-Psico-Sociale, cioè un lavoro di equipe che coinvolge diverse professionalità.

Dal punto di vista medico si lavora con una serie di diagnosi mirate per escludere problematiche biologiche; dal punto di vista psicologico si utilizzano strumenti e tecniche per ridurre lo stress (tecniche di Mindfulness o di respirazione, training autogeno…) ed infine, dal punto di vista sociale, si lavora per creare un ambiente più funzionale e meno “stressante”.

Dr. Edoardo Scuto

Dr. Cristina Colantuono

 

Bibliografia

Sapolsky R.M., Perché alle zebre non viene l’ulcera? Castelvecchi, Roma, 2014.

Selye H., A Syndrome Produced by Diverse Nocuous Agents, in Nature, vol. 138, 04.07.1936.

Selye H., The Stress of life. McGraw-Hill (Paperback), New York, 1956.

Walter C., Wisdom of the Body, W.W. Norton & Company, United States, 1932.

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