Il disturbo dipendente di personalità può essere descritto come l’assoluta necessità di ricevere accudimento all’interno della relazione con il partner, a cui si accompagna un profondo timore della separazione.
La dipendenza affettiva, come molte delle New Addictions, è una condizione patologica tipica dei tempi attuali, caratterizzati da impotenza ed incertezza.
Tale concetto entra infatti nel linguaggio psicologico mondiale solo di recente, grazie al lavoro di Robin Norwood “Donne che amano troppo” uscito in Italia per la prima volta nel 1987 in cui scrive:
“Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indipendenza o li consideriamo conseguenze di un’infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo. Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare ed il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che noi saremo abbastanza attraenti ed affettuosi lui vorrà cambiare per amor nostro, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo amando decisamente troppo”.
I dipendenti affettivi, vedono dunque nell’amore una probabile soluzione ai loro problemi, molti dei quali hanno origine soprattutto nei vuoti affettivi della loro infanzia.
Genitori che hanno lasciato insoddisfatti i bisogni d’amore dei propri figli, famiglie caratterizzate da mancanza di affetto autentico con l’impossibilità di sperimentare sicurezza, possono far sviluppare l’idea del “non sono degno di essere amato”.
Si tratta per lo più di donne fragili, orientate a relazioni affettive con partner a cui chiedono continue rassicurazioni, donne che dedicano anima e corpo al compagno di cui sono ossessionate, vivendo nella costante paura di perdere il loro oggetto d’amore, compreso un allontanamento temporaneo che può essere fonte di grave sofferenza.
“Il Tira e Molla” della relazione tossica tra dipendente affettivo e narcisista patologico.
Per Anthony Giddens la dipendenza affettiva presenta tre principali caratteristiche:
- La prima è l’ebbrezza, il soggetto affettivamente dipendente vive questa sensazione data dalla vicinanza del partner, il quale è indispensabile affinché possa sentirsi appagato.
- La seconda è la “dose” , il soggetto cerca “dosi” sempre maggiori di presenza e di tempo da spendere insieme al partner, riducendo di conseguenza quello dedicato a sé e ai contatti esterni alla coppia.
- L’ultima caratteristica è la “tolleranza”, la capacità incredibile di tollerare l’intollerabile. Il dipendente affettivo mostrando infatti una scarsa autostima e considerazione di se stesso, viene spinto ad accettare situazioni che persone affettivamente solide non tollererebbero, interrompendo la relazione vissuta di fatto come tossica.
Una comune relazione tossica è data dall’unione tra il dipendente affettivo, che si aggrappa disperatamente all’altro, accettando ciclicamente abusi ed abbandoni, ed il narcisista patologico, il quale, posto al centro dell’attenzione altrui nutre il proprio ego.
Gli individui con Disturbo Narcisistico della Personalità, mostrano indifferenza e distacco nei riguardi delle esigenze emotive altrui: per sedurre diventano momentaneamente l’anima gemella per eccellenza, presentando la relazione come speciale ed unica, destinata a durare per sempre ed è questa perfetta messinscena che provoca una sorta di assuefazione o dipendenza nell’altro.
Come uscire dal meccanismo di dipendenza?
Dalla dipendenza si esce, si può ritornare ad una vita sana, equilibrata e felice.
Il primo passo è rendersi conto di tale meccanismo, la consapevolezza è il primo passo fondamentale ed è forse il più doloroso perchè fa crollare davanti agli occhi tutto il castello fiabesco costruito fino a quel momento.
Poi deve arrivare la fase del coraggio: chiedere aiuto.
Non dimenticando che amici e familiari possono fornire un utile supporto, la psicoterapia individuale può aiutare nell’acquisizione dell’autonomia e del prendere coscienza di sé, lavorando sul proprio vissuto affettivo.
Particolarmente utile si è rivelato anche il confronto di gruppo: parlare infatti con persone che vivono lo stesso problema può aiutare a costruire una base sicura e condivisa.
Dr.ssa Assunta Esposito
Dr.ssa Cristina Colantuono
Riferimenti bibliografici
NORWOOD, R. (2017). Donne che amano troppo. Feltrinelli Editore.
GIDDENS, A. (2019). State of Mind. Recuperato da: stateofmind.it/2019/01/dipendenza-affettiva-stereotipi/
GUERRISCHI, C. (2018). La dipendenza affettiva. Ma si può morire anche d’amore? Franco Angeli.
MACKENZIE, J. (2016). “Questo amore fa male” Come salvarsi dalle relazioni distruttive e tornare a vivere. Giunti.