Viaggiare oltre i confini della mente: la realtà virtuale come nuova frontiera della psicoterapia

0

In un’era segnata da rapidi progressi tecnologici, la realtà virtuale (VR) emerge come un potente strumento nel campo della salute mentale.

Un tempo confinata ai mondi dei videogiochi e dell’intrattenimento, la realtà virtuale sta ora tracciando nuovi percorsi nel campo terapeutico, offrendo prospettive innovative per la gestione e il trattamento di diverse patologie e rivelandosi un potente alleato nell’offrire nuove strade terapeutiche per pazienti e professionisti.

La realtà virtuale rappresenta una tecnologia avanzata che consente la creazione di ambienti virtuali, nei quali gli individui possono interagire in tempo reale, immergendosi completamente in un’esperienza coinvolgente. Questo coinvolgimento è reso possibile da una varietà di stimoli sensoriali i quali contribuiscono a creare un’esperienza virtuale sempre più realistica.

L’obiettivo principale è raggiungere un elevato grado di immersione, consentendo ai pazienti di sperimentare un intenso “senso di presenza“, ossia la sensazione soggettiva di trovarsi effettivamente all’interno dell’ambiente virtuale.

Le applicazioni terapeutiche della VR

La VR può essere utilizzata per trattare una serie di disturbi mentali, un riscontro molto positivo è emerso nel trattamento dei pazienti con disturbi d’ansia quali ad esempio fobie specifiche, disturbo d’ansia sociale, agorafobia e disturbo di panico. Questi disturbi hanno in comune una forte tendenza all’evitamento e all’iper valutazione della minaccia.

Tipicamente un trattamento comune per tali disturbi è  la terapia di esposizione, che consiste nell’esporre gradualmente i pazienti alle situazioni che scatenano in loro ansia o paura.
La realtà virtuale in questo può trovare largo uso: l’utilizzo di video immersivi a 360 gradi permette di concentrarsi in modo particolare sui comportamenti di evitamento e sulle credenze disfunzionali e, contemporaneamente,  consente di incrementare l’autoefficacia e l’aderenza all’intervento.

Allo stesso modo si può intervenire nel trattamento del disturbo d’ansia sociale, caratterizzato da sentimenti intensi di ansia, evitamento delle interazioni sociali e paura di essere giudicati negativamente. Gli ambienti virtuali offrono una piattaforma per l’interazione sociale simulata, consentendo al paziente di esplorare e vivere i propri comportamenti problematici come se fossero reali, pur rimanendo in un contesto clinico controllato.

Uno strumento per terapeuti

La VR non porta beneficio solo ai pazienti ma offre anche ai terapeuti una prospettiva unica permettendo loro di “entrare” nelle esperienze dei pazienti, migliorando la comprensione e l’empatia e potenziando l’efficacia terapeutica. Inoltre, rappresenta un valido strumento di integrazione nelle terapie di gestione dello stress.

La VR può essere utilizzata inoltre per guidare sessioni di mindfulness e meditazione offrendo esperienze visive e sonore immersive, consentendo agli utenti di immergersi in ambientazioni rilassanti e serene. Questi scenari possono includere paesaggi naturali, spiagge tranquille o foreste rigogliose e tali elementi visivi e sonori possono essere adattati per favorire la concentrazione e il rilassamento.

In conclusione, l’utilizzo della VR nella pratica clinica rappresenta un’interessante intersezione tra la tecnologia e la psicologia. Potrebbe, inoltre, portare ad un avanzamento sia nella ricerca che nella pratica clinica per il trattamento di vari disturbi, fornendo strumenti innovativi nel supporto dei pazienti e offrendo l’opportunità di creare un ambiente controllato e sicuro, rendendo la terapia più accessibile e personalizzata.

È fondamentale sottolineare che la realtà virtuale non è pensata come una sostituzione della psicoterapia ma come un elemento aggiuntivo che si integra senza escludere o rimpiazzare. Gli ambienti virtuali creati rappresentano la costruzione di un mondo che deve essere completamente gestito dal terapeuta, mantenendo un controllo essenziale.

In questo scenario, il paziente assume il ruolo principale, mentre il terapeuta agisce come un alleato prezioso, collaborando per guidare e facilitare il percorso terapeutico.

Dr. Assunta Pelagi

Dr. Cristina Colantuono

Riferimenti bibliografici

  • Arnfred, B., Svendsen, J. K., Adjourlu, A., & Horthøj, C. (2023). Scoping review of the hardware and software features of virtual reality exposure therapy for social anxiety disorder, agoraphobia, and specific phobia. Frontiers in Virtual Reality, 4, 952741.
  • Della Libera, C., Audrey, K., & Etienne, Q. (2023). Targeting avoidant behaviors in social anxiety and agoraphobia using 360 degree immersive videos.
  • Hakim, A., & Hammad, S. (2021, December). Use of Virtual Reality in Psychology. In Conference on Multimedia, Interaction, Design and Innovation (pp. 208-217). Cham: Springer International Publishing.
  • Riva, G. (2022). Virtual reality in clinical psychology. Comprehensive Clinical Psychology, 91.
  • Wong, K. P., Lai, C. Y. Y., & Qin, J. (2023). Systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials for evaluating the effectiveness of virtual reality therapy for social anxiety disorder. Journal of Affective Disorders. https://professioneesolidarieta.it/cultura-societa/realta-virtuale-e-psicoterapia/

Lascia una risposta