Sex Education: quando l’intrattenimento è anche educazione sessuale

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È il 2019 quando nel Regno Unito esce “Sex education’’, una serie tv targata Netflix che spopola in un batter d’occhio anche in tutta Italia, per i suoi contenuti alternativi e per la modalità innovativa con cui questi vengono presentati. La serie, ambientata in quelli che sono luoghi centrali della fase adolescenziale, la casa e la scuola, vede come protagonista un giovane adolescente, Otis, con una madre un po’ ingombrante, in quanto scrittrice e terapista sessuale di fama nazionale. Il lavoro della stessa, tuttavia, rende il ragazzo sensibile ed empatico ai problemi altrui, essendo stato abituato ad uno stile comunicativo accogliente ed orientato all’aiuto del prossimo. È cosi che Maeve, la co-protagonista femminile della serie, notando le spiccate abilità terapeutiche di Otis, ha l’intuizione di proporre una ‘’clinica sessuale’’ per gli studenti del liceo, dando così inizio alle avventure di questi ragazzi liceali.

Una serie con un secondo fine educativo

Tramite la narrazione di vicende apparentemente ironiche e semplici, in ogni episodio sono  analizzati diversi argomenti di natura sessuale. La serie è indirizzata soprattutto al pubblico degli adolescenti che si affacciano per la prima volta al mondo sessuale e del quale sono spesso inesperti: ciò anche a causa del fatto che esplorare argomenti sessuali risulta, culturalmente, ancora un tabù.

Chi ha creato la serie ha voluto fornire, dunque, un ulteriore strumento per dare la possibilità di comprendere e scoprire argomenti tanto naturali quanto importanti, rendendoli accessibili a tutti senza vergogna, mistero o sensi di colpa.

È interessante notare come nei vari episodi si dedichi spazio ad argomenti anche di natura psicologica, come per esempio la puntata sulle disfunzioni sessuali femminili, durante la quale si mostra quanto il vaginismo spesso rifletta condizioni psicologiche nascoste o represse associando il dolore al rapporto sessuale.

Inoltre, viene ampiamente sottolineata l’importanza dei metodi contraccettivi, elemento ricorrente durante tutta la serie, con la minuziosa descrizione delle conseguenze negative derivanti dal loro non utilizzo: ad esempio, la contrazione di malattie a trasmissione sessuale come la clamidia (una tra le più diffuse), alla quale viene dedicato un intero episodio e che, ironicamente, viene trattata nella serie come una sorta di epidemia, a causa della quale i ragazzi scappano per l’erronea credenza che si trasmetta per via aerea. Ed è proprio la chiave ironica il metodo giusto per apprendere nozioni scientifiche su tematiche che possono essere imbarazzanti o tabù.

Nel complesso, tutte le tematiche che vengono affrontate (dalle molestie sessuali e la loro denuncia, alle difficoltà di erezione ecc…) rendono Sex Education un piccolo manuale sul sesso in forma di serie tv, con un filo logico nonché un secondo fine prettamente educativo.

La tematica sessuale, ancora un tabù?

Il successo di questa serie innovativa, coinvolgente, educativa e necessaria per certi versi deriva, probabilmente, da un bisogno collettivo di analizzare e affrontare argomenti e tematiche da secoli tabù per generazioni e generazioni e assenti dal vocabolario e dalle conoscenze dei giovani: come se si dovesse trovare un modo alternativo o semplicemente una strategia per parlarne tranquillamente (e quale miglior modo, se non quello di farlo in chiave ironico-realistica).

È possibile allora chiedersi come mai il sistema scolastico o le stesse famiglie, che dovrebbero essere preparate e in grado di affrontare tali argomenti in maniera esaustiva ed efficace, non siano un primo punto di riferimento in tale ambito.

Ciò che va denunciato è che l’educazione sessuale nelle scuole italiane è praticamente assente, quando invece sarebbe giusto e pratico ricevere un’educazione di questo tipo negli anni del liceo. Facendo tesoro dell’esempio della serie TV, un possibile obiettivo potrebbe essere quello di mettere in atto programmi innovativi di educazione sessuale nelle scuole, per andare oltre il veto generazionale che è stato posto sulle tematiche sessuali.

Nonostante le lacune sociali, educative e familiari, fortunatamente i giovani delle nuove generazioni hanno comunque a disposizione maggiori strumenti per conoscere ed esplorare il mondo della sfera sessuale in maniera semplice, adeguata, ironica e fruibile per tutti, senza doversi sentire giudicati, sbagliati o diversi: in tal modo, la problematica che si pensa essere individuale può diventare comune ed essere normalizzata.

Dott.ssa Gioia Picchianti

Dott.ssa Cristina Colantuono

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