Quando le cicatrici parlano da sole. L’autolesionismo come ricerca di attenzione o sintomo di malessere profondo?

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L’autolesionismo è un comportamento che implica il danneggiamento volontario del proprio corpo o la provocazione di dolore emotivo attraverso azioni come tagliarsi, graffiarsi, provocarsi bruciature o colpirsi diffuso principalmente negli adolescenti.

Questa tendenza non è motivata dal desiderio di suicidio ma è spesso un meccanismo utile a far fronte ad un dolore emotivo insopportabile o ad esprimere un disagio interno.

Alcune cause comuni di questo fenomeno sono:

  • Gestione delle emozioni: le persone che praticano l’autolesionismo spesso utilizzano questa forma di comportamento per affrontare emozioni difficili come la tristezza, l’ansia o la rabbia. Infliggere dolore a sé stessi può fornire temporaneo sollievo o distrazione da queste emozioni percepite come insopportabili;
  • Comunicazione di dolore nascosto: alcune persone non riescono a esprimere verbalmente il proprio dolore emotivo e usano l’autolesionismo come un modo per comunicare la propria sofferenza agli altri;
  • Auto-punizione: l’autolesionismo può essere una forma di auto-punizione per errori o colpe percepite. Le persone che lo praticano spesso si sentono inadeguate e pensano di meritare il dolore che infliggono a sé stesse;
  • Controllo e auto-empowerment: in alcuni casi, l’autolesionismo può fornire un senso di controllo in situazioni in cui l’individuo si sente impotente. Questo comportamento può far sentire alle persone che hanno il controllo sulla loro stessa sofferenza;
  • Curiosità o imitazione: in alcuni casi, i giovani potrebbero sperimentare l’autolesionismo senza comprenderne appieno le implicazioni, spinti dalla curiosità o dall’imitazione di comportamenti osservati online o tra i loro coetanei;
  • Curiosità o ricerca di sensazioni: alcune persone possono sperimentare l’autolesionismo come una forma di ricerca di sensazioni o stimolazione, cercando momentaneamente l’adrenalina o l’eccitazione;
  • Manipolazione emotiva: la manipolazione emotiva, con l’intento di far sentire in colpa gli altri, può essere un fattore scatenante dell’autolesionismo in alcuni individui, che cercano un modo disfunzionale per esprimere la loro frustrazione e il loro disagio interiore;

Inoltre, l’autolesionismo è spesso correlato alla presenza di patologie mentali come il disturbo borderline di personalità, la depressione, l’ansia, i disturbi del comportamento alimentare o il disturbo da stress post-traumatico.

La ricerca di attenzione

La ricerca di attenzione è una delle motivazioni che possono spingere alcune persone ad autolesionarsi. In un mondo in cui l’attenzione e la condivisione delle esperienze sono facilitate dai social media e dalla tecnologia, alcuni potrebbero utilizzare l’autolesionismo come mezzo per ottenere l’attenzione, la simpatia e la compassione degli altri attraverso la condivisione di foto o video delle ferite autoinflitte o attraverso dichiarazioni pubbliche sul proprio stato emotivo.

La ricerca di attenzione è spesso una manifestazione di un disagio psicologico più profondo, di persone che si sentono isolate, trascurate o incapaci di comunicare il proprio dolore in modi più salutari.

L’attenzione è poi un palliativo, una soddisfazione momentanea che però nasconde le conseguenze che questo atteggiamento comporta, sia per la persona coinvolta che per coloro che la circondano.

In ogni caso è importante evitare di etichettare automaticamente l’autolesionismo come una richiesta di attenzione: in molti lo fanno sulle braccia ben nascoste da maniche lunghe, nel segreto della camera da letto, senza quindi cercare attenzione esterna e fuggendo dal giudizio altrui o da metodi coatti per interromperlo.

In ogni caso è fondamentale offrire supporto e comprensione senza giudicare o stigmatizzare, indipendentemente dalle motivazioni. Le famiglie, le mamme ed i papà che hanno scoperto ferite sospette nei propri figli, non devono sottovalutare questo segnale ed è fondamentale che si rivolgano con urgenza a professionisti della salute mentale per ottenere il supporto necessario.

Il centro clinico ISP è attivo dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 20.00 al numero 392-4747002 per offrire un sostegno psicologico e tutte le informazioni utili a chi si sente in difficoltà.

Dr.ssa Sofia Malatesta

Dr.ssa Cristina Colantuono

Riferimenti

https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/12201-self-harm

https://www.priorygroup.com/blog/self-harm-more-than-just-attention-seeking-behaviour

Muehlenkamp, JJ., Claes, L., Havertape, L., Plener PL (2012) International prevalence of adolescent non-suicidal self-injury and deliberate self-harm. Child Adolesc Psychiatry Ment Health 6.

Wee-Khen, T. , & Ming-Hsuan, C. (2022) Readers’ perceptions of self-harm messages on social media, Computers in Human Behavior, Volume 131, https://doi.org/10.1016/j.chb.2022.107209.

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