La lettura dialogica come strumento di potenziamento delle competenze linguistico-comunicative dei bambini

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È ormai dimostrato come lo stile comunicativo e la stimolazione linguistica genitoriale rivestano un ruolo fondamentale per lo sviluppo delle competenze linguistico-comunicative dei bambini.
Più che di una relazione causa-effetto tra input e risposta, però, tale rapporto è da intendere come una relazione circolare: in caso di linguaggio poco sviluppato, si assiste, infatti, ad uno stile genitoriale più direttivo, caratterizzato da una tendenza a rispondere meno frequentemente alle iniziative comunicative e agli interessi del bambino che a sua volta, contribuisce a perpetrare la condizione di inadeguato sviluppo linguistico.

Viceversa, a fronte di un bambino “conversatore attivo”, gli scambi comunicativi genitore-bambino appaiono essere quantitativamente maggiori e qualitativamente più ricchi, tali da attivare un circolo virtuoso di promozione dello sviluppo linguistico.

Sono proprio tali evidenze a giustificare l’utilizzo della lettura dialogica come strumento e risorsa per la stimolazione linguistica dei bambini, soprattutto in età prescolare.

Che cos’è la lettura dialogica

Affinché la lettura possa essere davvero efficace nella promozione linguistica del bambino e nello sviluppo di competenze trasversali, quali attenzione e concentrazione, questa deve essere “dialogica”.

Nella diade genitore-figlio, infatti, deve instaurarsi uno scambio attivo per il quale il genitore si mostri contemporaneamente responsivo nel cogliere gli interessi del bambino ed assertivo nell’incoraggiare la sua partecipazione in conversazioni circa le immagini e le vicende presentate nel libro.

Per approcciarsi alla lettura dialogica, il primo passo da compiere è quello di selezionare la tipologia di libro più adatta allo sviluppo e agli interessi del bambino.

  • Libri sensoriali: sono i primissimi libri cui i bambini si approcciano, richiedono tempi attentivi brevi e presentano generalmente una sola immagine per pagina. Sono realizzati con differenti materiali per sviluppare sensi come il tatto e l’olfatto e possono presentare anche pulsanti causa-effetto sonori. Questi sono adatti ai bambini più piccoli o che non mostrano iniziale interesse per i libri, in quanto l’attivazione esterna dei pulsanti e dei pop-up da parte del genitore consente di agganciare attivamente l’interesse del bambino; inoltre, possono essere utilizzati anche in momenti “non convenzionali” come, ad esempio, i libretti sensoriali in plastica da manipolare al momento del bagnetto.
  • Libri con singole immagini: questa categoria di libri non prevede le classiche macrostrutture narrative di inizio, svolgimento e fine bensì consiste in libri “tematici” (ad esempio gli animali della fattoria) che presentano una singola immagine per pagina. Questi sono adatti alla fascia d’età 12-18 mesi, presentano argomenti familiari per il bambino e in tal senso sono importanti per la costruzione ed espansione del primo vocabolario del bambino.
  • Libri descrittivi: descrivono azioni del quotidiano (andare a nanna, andare a scuola, la festa di compleanno) e, differentemente dai precedenti, hanno l’obiettivo di descrivere le differenti fasi in cui la routine giornaliera si svolge. Questi sono adatti alla fascia 12-24 mesi, in quanto svolgono un’importante funzione didascalica e risultano fondamentali per l’espansione del vocabolario.
  • Libri con storie: presentano la classica scansione di inizio, svolgimento e lieto fine. All’interno della storia viene dato risalto alle azioni dei personaggi, solitamente persone e animali, e alle emozioni legate alle vicende della storia. Questi sono adatti alla fascia 2-4 anni, importanti per lo sviluppo linguistico formale lessicale e morfosintattico ma anche per l’arricchimento del “lessico emotivo”.
  • Libri senza parole: meno frequenti, non presentano una storia scritta ma solo immagini. Lasciano maggiore spazio all’adulto, che può così adattare contenuti e forma della storia in base al livello linguistico e alle inclinazioni del bambino.
  • Storie complesse: adatte a partire dai 4 anni, fase in cui i bambini appaiono in grado di seguire storie più lunghe e complesse, caratterizzate da personaggi inventati e scenari fantasiosi.

L’avvio alla lettura dialogica

L’avvicinamento progressivo alla lettura dialogica del libro, da parte del bambino, può essere sostenuto dall’adulto attraverso l’attuazione di semplici ma specifiche strategie.

  • Spazio alla manipolazione: nelle prime fasi di avvicinamento alla lettura, il bambino tenderà ad usare il libro come se fosse un giocattolo: lo sfoglierà in senso contrario, lo capovolgerà, lo metterà in bocca. Tutto questo fa parte della prima fase di conoscenza ed esplorazione, propedeutica a rendere la lettura un momento piacevole; compito dell’adulto è rappresentare un modello per il bambino (sfogliare le pagine, osservare alcune figure e soffermarvisi), senza fornire indicazioni eccessivamente rigide, né indurre alcun tipo di frustrazione. Progressivamente con il modeling, il bambino imparerà a usare correttamente il libro e a dilatare i tempi dedicati all’attività di lettura.
  • Focus attentivo comune e contatto di sguardo: durante la lettura è fondamentale sia condividere il focus attentivo comune sul libro, al fine di cogliere ciò su cui il bambino si concentra, sia indirizzare l’attenzione del bambino su ciò di cui si sta raccontando e mantenere un contatto visivo con il bambino affinché possa cogliere le espressioni del volto dell’adulto e osservare i movimenti delle labbra.
  • Espressioni, gestualità e tono della voce: al fine di mantenere alti l’interesse e la curiosità del bambino, è fondamentale per il genitore giocare con i tratti sovrasegmentali del linguaggio: variazioni di tono e volume della voce in base ai personaggi e alle loro emozioni, comunicazione non verbale, gesti ed espressioni facciali in accompagnamento alle parole.
  • Descrizioni e pause: durante la narrazione è importante descrivere i personaggi, le azioni e i sentimenti sperimentati, introducendo collegamenti tra le esperienze vissute in prima persona dal bambino e le vicende narrate dalla storia. Il linguaggio usato dal genitore deve essere ridondante e collocarsi al livello linguistico del bambino, affinché possa essere compreso ed eventualmente imitato. Fondamentale, inoltre, alternare ai momenti di narrazione momenti di pausa, in cui il bambino possa inserirsi per avere l’occasione di mostrare i propri interessi e prendere attivamente parte alla narrazione.
  • Imitazione: in seguito alla manifestazione dell’interesse da parte del bambino, il genitore può imitare ed eventualmente ampliare quanto fatto dal bambino. L’imitazione è importantissima, infatti, per veicolare al bambino il messaggio che si è in ascolto e sintonizzati sulla sua comunicazione.

Dott.ssa Monica Bravin

Dott.ssa Cristina Colantuono

 

Bibliografia

Girolametto L., Bello A., Onofrio D., Remi L., Caselli M.C. (2017). Parent-coaching per l’intervento precoce sul linguaggio. Percorsi di lettura dialogica nel programma “Oltre il libro”. Erickson, Trento.

Caselli M. C., Bello A., Rinaldi P. (2016). “Il primo vocabolario del bambino”. Franco Angeli editore, Milano.

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