Porn-addiction: quando il sesso diventa dipendenza

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Oggi, rispetto a qualche anno fa, la pornografia ha un più facile e veloce accesso.

Anni fa le riviste pornografiche erano cartacee con tutte le limitazioni del caso riguardo alla diffusione ed all’acquisto, oggi tramite il web è possibile accedere a infiniti archivi di foto e video con facile fruibilità e soprattutto libertà.

La pornografia, se utilizzata con cognizione e responsabilità, rientra tra le attività sessuali funzionali. Il punto è che a volte, l’uso improprio della pornografia potrebbe portare ad un’ “attività sessuale” limitata alla sola visione di materiale pornografico limitando o eliminando i rapporti sessuali reali.

Si parla allora di “porn-addiction” cioè dipendenza da materiale pornografico, patologia che accomuna i soggetti che si avvicinano alla pornografia con un obiettivo diverso dal raggiungere esclusivamente l’orgasmo: dare il via libera e senza limiti a fantasie sessuali che nella realtà non potrebbero attuare.

La visualizzazione di fantasie proibite ed il conseguente atto masturbatorio, quindi, potrebbe diventare un’opzione preferenziale ed esclusiva che alla lunga porta anche a dipendenza, ritiro sociale e depressione.

Secondo un recente studio condotto da Cody Harper e David Hodgins, gli uomini sono i soggetti maggiormente a rischio ma le donne non ne sono comunque esenti.

Le persone che soffrono di “porn-addiction” si ritrovano in una condizione associata, secondo il suddetto studio, a una compromissione del funzionamento sociale (con ansia, depressione, qualità della vita più bassa) associata spesso all’uso improprio di sostanze stupefacenti ma anche di giochi d’azzardo e videogames.

Quali sono i sintomi del “porn-addiction”?

I sintomi che si possono presentare nella dipendenza da materiale pornografico sono:

  • La quantità di tempo dedicato all’uso di materiale pornografico occupa sempre più spazio;
  • La ricerca del materiale pornografico diventa sempre più bizzarra;
  • L’impossibilità di riuscire a fare a meno del materiale pornografico;
  • I tentativi di negazione della dipendenza;
  • La compromissione del tempo dedicato alla famiglia, allo sport, alle amicizie, al lavoro;
  • Le difficoltà nel creare e mantenere relazioni amorose e sociali;
  • I sentimenti di vergogna e isolamento.

In aggiunta a questi sintomi, è presente anche una sorta di innesco di circolo vizioso, per cui più si sviluppa uno dei sintomi suddetti, più si ricerca materiale pornografico aumentando, di conseguenza, l’evoluzione del sintomo in una spirale che si autoalimenta.

Ciò crea inevitabilmente altre problematiche: prediligere la pornografia ai rapporti reali può portare ad esempio ad un aumento di episodi di eiaculazione precoce, in quanto l’atto della masturbazione è vissuto in modo più veloce rispetto al rapporto sessuale, per cui si “abitua” il corpo a “finire presto” e tale automatismo si presenta poi inevitabilmente durante i rapporti sessuali. O addirittura l’opposto, nel caso dell’eiaculazione ritardata.

Nello specifico, le disfunzioni sessuali conseguenza della porn-addiction possono essere:

  • Eiaculazione precoce;
  • Eiaculazione ritardata;
  • Non coinvolgimento del partner durante il sesso;
  • L’orgasmo è frutto più delle immagini pornografiche che del rapporto sessuale;
  • La pornografia risulta migliore e più stimolante del rapporto sessuale;

Come si può risolvere il problema?

Ad oggi, purtroppo, la sessualità desta ancora tanto imbarazzo per cui anche chi è consapevole della problematica, o comunque è interessato a chiedere aiuto, spesso non lo fa per vergogna o paura del giudizio.

Ecco perché occorrerebbe più prevenzione sin dalle scuole primarie, negli studi medici ed a livello di media. Ad ogni modo, nei confronti della porn-addiction, il trattamento d’elezione resta quello di tipo psicoterapeutico grazie al quale si va ad intervenire sul funzionamento del pensiero e/o del comportamento nei confronti della problematica.

Altri approcci prevedono interventi di tipo psicoeducativo con i quali si presenta la fisiologia e la non fisiologia di determinati comportamenti adottati in presenza di un disagio.

Infine, vi sono approcci combinati tra psicoterapia, medicina e interventi comportamentali (come il Training Autogeno, Mindfulness o altre tecniche di rilassamento).

Il percorso terapeutico più corretto, se si vuole realmente affrontare il problema, è sempre quello concordato con un professionista del settore: uno psicologo o un medico.

Il centro clinico dell’Istituto offre informazioni e consulenze sull’argomento

al numero 392-4747002 tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00.

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Valter Mongillo

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