Forme di violenza tra i giovani: bullismo e cyberbullismo

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Il bullismo è una manifestazione di violenza verbale o fisica da parte di una o più persone nei confronti di qualcuno che molto spesso è preso di mira perché considerato più debole o comunque non in grado di difendersi.

Oltre al bullo e alla vittima, ci sono altre persone che partecipano anche se indirettamente: i “gregari” cioè coloro che si affiancano al bullo, non intervenendo nell’atto ma incitando e sostenendo la prepotenza; i “neutri”, coloro che osservano dall’esterno, non si schierano e non intervengono e i “difensori” coloro che difendono la vittima riconoscendola in difficoltà.

Il fenomeno è molto frequente tra bambini ed adolescenti e sono situazioni che, a causa della giovane età, spesso non riescono a gestire: la vittima può avere difficoltà ad esporre ciò che gli sta capitando, può essere esclusa dai gruppi di amici oppure scegliere autonomamente di isolarsi, atteggiamento che si mostra come ulteriore sintomo di un malessere che mina la sua autostima, il suo umore, le sue capacità sociali e scolastiche fino a peggiorare in seguito con altre sfaccettature.

Come si manifesta?

Generalmente il bullismo si manifesta in tre forme:

  • In forma diretta: attraverso violenza fisica o verbale;
  • In forma indiretta: divulgazione di notizie false o offensive sulla vittima, esclusione dai gruppi;
  • In forma elettronica o cyberbullismo: divulgazione sul web di notizie, foto o video offensive o provocatorie.

Le modalità dirette sono le più visibili come le violenze fisiche e verbali, quelle indirette, sebbene nascoste, sono quelle che lasciano segni più profondi poichè coinvolgono l’ambito emotivo e psicologico della vittima. Vittima che, intimidita e umiliata, difficilmente denuncia la situazione.

È bene quindi saper riconoscere i segnali di sofferenza come: difficoltà alimentari, cambi repentini d’umore, isolamento, tristezza.

Che cos’è il cyberbullismo?

Cyberbullismo o bullismo elettronico, viene definito da Smith P.K. come “un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi”.

In questo caso si corrono maggiori rischi perché le notizie vengono pubblicate in rete e tutti hanno possibilità di accesso a queste ultime, è molto più facile divulgarle e soprattutto il pubblico aumenta esponenzialmente.

La cosa più grave è che si presenta in tutta la sua drammatica unilateralità: la vittima non ha la minima possibilità di difendersi ma nemmeno quella di controllare qualità, quantità e posizionamento dei contenuti che la riguardano.

In quali contesti si manifesta?

Molto spesso episodi di bullismo avvengono nelle situazioni tra pari in assenza di figure adulte di riferimento ed in mancanza di una guida le dinamiche relazionali deviano in disfunzioni del comportamento sociale.

L’ambiente che ricorre di più è la scuola in quanto è il luogo in cui i giovani passano la maggior parte del tempo ma, vista la crescente libertà dei giovani, può presentarsi anche fuori dal contesto scolastico e coinvolgere anche figure autoritarie, quali insegnanti o forze dell’ordine, che diventano bersaglio di invettive violente e irrispettose.

Cause e conseguenze

Molto spesso i più giovani sono influenzati dal contesto in cui vivono e dal comportamento degli adulti con cui trascorrono il tempo. Figure di riferimento che prediligono comportamenti violenti o aggressivi diventano degli esempi da imitare, a ciò potrebbe conseguire un’esclusione dal gruppo di amici e la relativa frustrazione verrebbe riversata in maniera aggressiva nei confronti di un soggetto debole.

L’essere un bersaglio di una violenza ingiustificata e ingiusta si ripercuote inevitabilmente sulla salute mentale e la scarsa capacità di difendersi e di trovare una ragione plausibile porta le vittime a nascondere ciò che accade e a reprimere il dolore.

Una sofferenza che:

  • può intaccare l’autostima e trasformarsi in una mancanza di fiducia nei confronti di se stessi, fino a sentirsi inadeguati o sbagliati;
  • può contribuire alla formazione di una personalità introversa o timida;
  • può coltivare una progressiva sfiducia nei confronti degli altri e tante altre conseguenze a medio e lungo termine.

Anche il comportamento del bullo dimostra serie difficoltà a livello caratteriale, fragilità e debolezze che hanno la loro origine a livello familiare e sociale.

Le conseguenze dunque hanno un risvolto sulla vita e sul comportamento dei minori anche con effetti a lungo termine: depressione, eccessivo consumo di alcolici e rabbia repressa

Cosa fare?

Sicuramente la prima cosa è trasmettere il messaggio che “non c’è nulla di cui vergognarsi”, se una situazione fa soffrire o mette a disagio è una situazione da confidare a qualcuno: nel contesto scolastico si può informare l’insegnante con cui si ha più confidenza o, se presente, lo psicologo della scuola, si può raccontarlo anche ad un fratello o un cugino oppure confrontarsi con gli amici.

Difendersi dal bullismo significa anche capire che la violenza in ogni caso non è giusta, che nessuno è migliore di un altro e la diversità individuale merita comunque rispetto.

È importante per la famiglia seguire la crescita dei propri figli, incentivare la comunicazione, le amicizie costruttive e lavorare sulla loro autostima. È necessario che anche i genitori creino un clima sereno in famiglia e siano pronti ad accogliere le esigenze dei figli senza giudicare i loro comportamenti: la sicurezza e la fiducia sono alla base della capacità di esprimere le difficoltà.

Non tutti i mali vengono per nuocere: sebbene siano situazioni molto difficili da affrontare potrebbero rappresentare una valida occasione per apprendere il concetto di empatia e cosa significa stare bene e rispettare gli altri.

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Daniela Luciani

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