Online Grooming: l’adescamento minorile in Rete

0

La presenza delle nuove tecnologie (tra cui Internet) ha apportato innumerevoli vantaggi nella vita quotidiana. Basti pensare alla facilità con la quale si possono carpire informazioni, effettuare acquisti di varia natura, relazionarsi con persone molto distanti e tanto altro.

Ma Internet mostra anche l’altra faccia della medaglia: l’aumento della portata di reati.

Tra questi vi è l’Online Grooming, definito come l’insieme dei comportamenti attuati volontariamente da un adulto per suscitare la simpatia del minore, acquisirne la fiducia ed instaurare un rapporto di tipo emozionale, con lo scopo di realizzare attività di natura sessuale o di sfruttamento (Schimmenti et al., 2018).

Chi sono i Groomers?

Tali individui mostrano alcuni fattori comuni: l’essere maggiorenni, di sesso maschile, occidentali, occupati e con un livello di istruzione medio-alto (Soavi & Allegro, 2012).

Al di là di queste caratteristiche assidue, possono essere individuate varie tipologie di groomers: alcuni sono attratti solo dai bambini; altri sono attratti dai minori di ogni età; alcuni utilizzano internet ed altre tecnologie come canale per connettersi con i minori, con finalità per lo più autoerotiche di realizzazione delle proprie fantasie; infine, vi sono coloro che utilizzano tali strumenti con l’intenzione di incontrare i minori ed avere rapporti sessuali (Briggs, Simon & Simonsen, 2011; Elliott & Beech, 2009).

Chi sono le vittime di Grooming?

Nella selezione delle vittime, il groomer attua una minuziosa analisi delle loro vulnerabilità raccogliendo informazioni online, ad esempio visualizzando le conversazioni in chat ed i contenuti dei loro profili sui social network.

Tale scansione si basa su tre elementi (Schimmenti et al., 2018):

  • contenuti condivisi via internet inerenti la propria vita e la propria immagine, come ad esempio la tipologia di foto pubblicate;
  • informazioni sulle possibili difficoltà del minore, ad esempio se soffre isolamento rispetto al gruppo dei pari;
  • uno scarso controllo da parte i genitori.

Invischiamento relazionale tra groomer e vittima

Appare essere proprio il perfetto incastro tra le caratteristiche del groomer e della vittima a consentire, in quella data occasione, la riuscita del reato. Infatti, nonostante i numerosi tentativi quotidianamente attuati, non tutti minori che ricevono un tentativo di adescamento cedono alle richieste del groomer. Questo, molto probabilmente, perché sono pochi ad essere totalmente vulnerabili in ogni area del loro funzionamento mentale e comportamentale.

Inoltre, quando ciò avviene, alcune caratteristiche peculiari del groomer consentono di superare i meccanismi di difesa interni delle vittime, suscitando la convinzione di essere state loro stesse ad aver cercato o desiderato l’abuso.

Come intervenire?

Trattandosi di un fenomeno ancora poco conosciuto, la modalità preferenziale è rappresentata dalla prevenzione. Dovrebbe essere attuata nei luoghi educativi (scuola, centri ricreativi, ecc) e rivolta sia ai giovani che ai loro genitori.

Inoltre, dovrebbe vertere: sull’insegnamento dei rischi che si corrono nel pubblicare determinati contenuti; nel riconoscere potenziali groomers; nell’instaurare un clima di fiducia tra genitori e figli in merito all’uso di internet e social media.

Dr. Simore Cheren

Dr. Cristina Colantuono

Bibliografia

Briggs, P., Simon, W.T. & Simonsen, S. (2011). An exploratory study of internet initiated sexual offenses and the chat room sex offender: Has the internet enabled a new tipology of sexual offender?. Sexual abuse: A Journal of Research and Treatment, 23, 72-91.

Elliott, I.A. & Beech, A. R. (2009). Understanding online child photography use: Applying sexual offense theory to internet offenders. Aggression and Violent Behavior, 14, 180-193.

Soavi, G. & Allegro, S. (2012). L’abuso sessuale online: tra prassi di intervento consolidate e nuove sfide. Maltrattamento e abuso nell’infanzia, 14, 3: 7-16

Schimmenti, A., Caretti, V., Ciulla, S., Gervasi, A. M., Pace, U., Craparo, G., Passanisi., A. & Mulè, G. (2018). Online grooming: l’adescamento dei minori attraverso Internet. A cura di Iacolino, C. (2018), Il Trauma Psicologico. Nuove frontiere di ricerca. Franco Angeli, Milano.

Lascia una risposta