La sindrome premestruale e le implicazioni nella vita di tutti i giorni

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L’arrivo delle prime mestruazioni, il menarca, è un momento della vita che, a seconda della cultura e del periodo storico, assume dei significati e delle simbologie importanti, sia con accezione positiva che negativa. A livello culturale e sociale è il momento in cui “si diventa donna” e c’è anche chi lo festeggia.

Ma perché si parla così poco delle implicazioni che questo processo fisiologico ha sulla vita quotidiana delle donne?

“Ma come sei nervosa! Ti deve venire il ciclo?”

In molte circostanze, parlare di mestruazioni è ancora un tabù. Eppure, è ormai altamente dimostrato che il ciclo mestruale ha una forte influenza a livello fisico, psicologico e fisiologico, che può arrivare ad essere riconosciuta sotto due forme clinicamente significative: la sindrome premestruale (PMS), più lieve, presente nel 20%-50% della popolazione femminile, e il disturbo disforico premestruale (PMDD), la forma più grave, presente almeno nel 5% della popolazione femminile.

Gli studi condotti sui sintomi della sindrome premestruale si concentrano eccessivamente sull’aspetto generale della questione, cercando di trovare delle caratteristiche comuni a tutte le donne. Questo approccio, purtroppo, si è rivelato controproducente dal momento che le mestruazioni sono un fenomeno estremamente soggettivo e non tutte le donne ne soffrono allo stesso modo. Per alcune, le mestruazioni non sono problematiche; per altre, invece, sono un vero limite alla vita di tutti i giorni e se si guarda al problema solo facendo una media, la sofferenza di coloro che stanno peggio viene sminuita. I sintomi possono essere di vario tipo, sia fisici che psicologici (emotivi e cognitivi) e possono apparire nella fase luteale, il periodo che va dall’ovulazione all’inizio delle mestruazioni. L’intensità dei sintomi è variabile da ciclo a ciclo, ma nelle donne con PMS e PMDD spesso arrivano ad essere un ostacolo alle attività quotidiane in varie sfere come quella relazionale, famigliare, scolastica e lavorativa, tanto che svariati studi hanno colto molti tratti in comune con il disturbo di depressione maggiore.

Ciclo e sviluppo

I sintomi premestruali compaiono già dai primi cicli e tendono ad aumentare per tutta l’adolescenza, rimanendo stabili per quasi tutto il periodo fertile. Una nota di riguardo andrebbe posta proprio al periodo adolescenziale, in cui si vivono la maggior parte delle esperienze significative per lo sviluppo personale.

Uno studio interessante ha teorizzato una “continuità cumulativa”, suggerendo che gli effetti della sindrome premestruale possano interferire ricorrentemente con comportamenti, attività e pensieri delle adolescenti, e che possano avere delle conseguenze psicologiche negative a lungo termine. Anche dopo la fase dello sviluppo, il periodo premestruale influisce sullo stile cognitivo: alcuni studi dimostrano che in fase premestruale alcune donne hanno una visione del mondo, di loro stesse e del futuro molto più negativa di quanto non sia in altri momenti, ma che tende ad essere interiorizzata e resa propria.

Cosa si può fare?

A livello di trattamento, le soluzioni esistenti attualmente mirano solamente ad alleviare i sintomi, poiché le cause ancora non sono chiare. I trattamenti più comuni sono:

  • terapia psicologica;
  • contraccettivi ormonali (nei casi più lievi);
  • integratori alimentari a base di calcio;
  • antidepressivi SSRI.

Conclusioni

Nella società attuale, purtroppo, ancora non si è pienamente consapevoli delle reali implicazioni che il ciclo mestruale comporta nella vita di molte donne e spesso si tende a sminuirle, non considerando che quegli sbalzi emotivi e quegli impedimenti fisici creano un vero e proprio disagio.

Sarebbe opportuno approfondire ulteriormente la ricerca scientifica esistente per aiutare tutte le donne che soffrono per questo motivo, e portare avanti un lavoro di sensibilizzazione e normalizzazione per dare il giusto valore a questa questione.

 

Dott.ssa Arianna Pelati

Dott.ssa Cristina Colantuono

 

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