“Essere o non essere, è questo il dilemma”, recitava l’Amleto di Shakespeare. Eppure, nonostante ci si trovi nella condizione di vivere e di esistere, può insorgere una convinzione irrazionale e illusoria di essere morti. Tale condizione prende il nome di sindrome di Cotard, scoperta nel 1880, ma ancora oggi poco conosciuta, poiché molto rara.
Cos’è la Sindrome di Cotard?
E’ un disturbo caratterizzato dalla convinzione inderogabile di non essere più in vita: in particolare non si riconosce di essere vivi, o si è convinti di aver perso gli organi vitali.
Jules Cotard, il neurologo che scoprì la sua esistenza, si riferisce ai comportamenti che caratterizzano la sindrome con il termine delirio di negazione, riportando una testimonianza importante alla Société Médico-Psychologique, nel 1880. In tale occasione, il neurologo presentò il caso di una donna di 43 anni la quale sosteneva di “non avere cervello, nervi, torace, stomaco e intestino”; la seguente condizione era presente già da due anni e mezzo, provocando una condizione ansiogena tale da interpellare medici e addirittura sacerdoti, alla ricerca di una soluzione. Le convinzioni irrazionali che seguirono furono tali da spingerla a tentare il suicidio.
Secondo Yamada et al. è possibile distinguere tre fasi di sviluppo della sindrome:
- Stadio germinale: uno stadio iniziale in cui non è ancora possibile formulare una diagnosi ma si possono notare i primi sintomi, campanello d’allarme: umore tendenzialmente depresso, manifestazioni di ipocondria e cenestopatie (sensazioni di dolore e/o sofferenza riferiti a organi vitali ben precisi).
- Stadio florido: è costituito da una forte componente ansiosa e stati di forte negativismo, accompagnati dalla comparsa del delirio di negazione, idee legate alla mancata esistenza del proprio corpo e convinzioni di essere morti. In questa fase può capitare che emergano idee di colpa, relative al fatto di essere costretti ad essere immortali per espiare le proprie colpe. A causa di ciò, è possibile mettere in atto condotte autolesive e idee suicidarie.
- Stadio cronico: quest’ultimo si può presentare sotto due forme, cioè di tipo depressivo e paranoide. Il delirio di negazione e lo stato ipocondriaco continuano a persistere.
Chi ne può essere affetto?
Numerosi dati indicano che si può manifestare in tutte le fasce d’età: a partire dai bambini, in età adolescenziale, età adulta e negli anziani. Sembrerebbe che la sindrome in questione sia correlata a disturbi psicotici, depressione e disturbo bipolare ma che insorga anche a seguito di traumi cranici, tumori cerebrali, epilessia del lobo temporale, demenza, emicrania, sclerosi multipla e altri rari disturbi psichiatrici.
Il danno emotivo e l’ipotesi di intervento
La sindrome di Cotard può essere inoltre causata da un deficit a livello delle componenti emotive, in particolare nel riconoscimento dei volti: ciò che in neuropsicologia prende il nome di prosopoagnosia. Dunque, ipotizzando che le persone affette da tale sindrome non siano in grado di riconoscere i volti delle persone intorno a loro e, di conseguenza, non percepiscano alcuna emozione, è possibile che si formi nel tempo uno stato mentale e comportamentale di isolamento e tensione, tale da indurre la convinzione di non essere più in vita, come se non vi fosse più nessuno nel mondo.
Oltre ad un accurato approccio farmacologico, che numerosi studi indicano come efficace, potrebbe risultare utile un intervento psicoterapico di tipo strategico-breve, privilegiando un lavoro basato sul riconoscimento delle proprie emozioni, la loro espressione e, di conseguenza, un riconoscimento e un’attribuzione adeguata delle persone e del mondo circostante.
Dott.ssa Sara Perrone
Dott.ssa Cristina Colantuono
Bibliografia:
Cipriani, G., Picchi, I., Dolciotti, C., Bonuccelli, U. (2010). Cotard, the man and the syndrome. Giornale italiano di psicopatologia.
Yamada, K., Katsuragi, S., Fujii, I. (1999). A case study of cotard’s syndrome: stages and diagnosis. Acta Psychiatrica Scandinavica, 100(5), 396-398.