Ecco perché è giusto che i bambini credano a Babbo Natale

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Ogni anno il protagonista della notte più magica dell’anno è un uomo anziano e corpulento, barbuto e vestito di rosso che con la sua slitta viaggia per tutto il mondo distribuendo regali ai bambini, il suo nome è… Babbo Natale!

L’infanzia è sicuramente l’epoca dell’entusiasmo, del “tutto è possibile”, dell’eccitazione nella sua forma più pura, e della fantasia, quella stessa fantasia grazie alla quale è possibile credere all’esistenza di un omone vestito di rosso con la barba bianca, che in una sola magica notte, in sella ad una slitta sfavillante trainata dalle renne, è in grado di portare a tutti i bambini del mondo, i doni tanto attesi.

È quest’innata predisposizione a conoscere e a sognare che consente ai bambini di vivere intensamente ogni momento, fino a quando, gradualmente, il pensiero magico lascia il posto al pensiero logico-deduttivo.

Che cos’è il pensiero magico?

Il pensiero magico è quella forma di pensiero tipico dei bambini che, secondo gli studi di Piaget, caratterizza lo stadio di sviluppo preoperatorio tra i 2 e i 6 anni. In questa fase il bambino conquista la rappresentazione, impara cioè ad usare simboli, immagini e parole per rappresentare altre cose (ad esempio la forchetta assume le sembianze di una spazzola).

La curiosità e il desiderio di esplorare la realtà circostante, cercando di comprenderne i meccanismi sottostanti e il loro funzionamento, sono attitudini che caratterizzano l’essere umano fin dalla nascita e sono alla base dei processi di scoperta del mondo in tutte le fasi della vita. Il bambino nasce con questa inclinazione: come un piccolo filosofo pone domande al mondo, senza dare nulla per scontato, insaziabile nella sua fame di conoscenza e, come un piccolo ricercatore, valuta criticamente ogni nuova informazione, sperimenta conseguenze ed ipotesi, usa il pensiero creativo e il ragionamento logico per tentare di risolvere i problemi che incontra.

Il pensiero magico è un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo a misura di adulto.

Le funzioni del pensiero magico

Il pensiero magico del bambino assolve quindi a molteplici funzioni, innanzitutto difensiva rispetto alla possibile ansia per ciò che è sconosciuto.

Venendo a contatto con la realtà, il bambino s’imbatte in una serie di difficoltà e avversità che vive in modo drammatico, sperimentando cattiveria, sofferenza e violenza. Emergono inevitabili delle frustrazioni che potrebbero portare il bambino a concepire il reale in modo ineluttabilmente pericoloso ed ostile.

L’utilizzo della fantasia gli permette di rendere flessibili le manifestazioni reali, attraverso la trasformazione fantastica degli oggetti e delle vicende concrete. In tal modo la durezza e l’aggressività del mondo vengono ammorbidite, modificate, e il bambino trasforma il reale in una serie infinita di fatti immaginari, soddisfacenti e piacevoli.

Accanto alla funzione difensiva ne esistono altre che sono propiziatorie e conoscitive. Nel caso di un desiderio che si vuole vedere realizzato, il bambino può cercare il modo di agevolare la realizzazione dell’evento attraverso azioni che un adulto ritiene assolutamente inefficaci.

La funzione conoscitiva viene assolta dal pensiero magico ogni volta che permette al bambino di controllare la sua presenza nel mondo. Quando ad esempio, un bambino percorre una stanza o un marciapiede stando ben attento a non calpestare le linee di confine tra mattonelle, delimita un ambiente e ne costruisce la mappa mentale che gli permetterà di muoversi con sicurezza.

Infine, un’ulteriore funzione del pensiero magico è quella di entrare in relazione con il bambino, utilizzare lo stesso linguaggio permette agli adulti, genitori o figure di riferimento in generale, di connettersi con il bambino e farlo sentire compreso e rassicurato, superando quel muro di incomprensione che a volte rende sterile la comunicazione.

Babbo Natale esiste?

Il potere trasformativo del pensiero magico trova la sua massima espressione nel mito di Babbo Natale come edificatore di una cultura condivisa e di un’immagine trasversalmente riconosciuta.

Smettere di credere a Babbo Natale rappresenta un passaggio importante per i bambini perché sancisce il primo ingresso nel “mondo degli adulti”.

È auspicabile che i genitori e le figure di riferimento non ostacolino o limitino il pensiero magico dei bambini lasciando che siano loro stessi, progressivamente, a scoprire quella piccola bugia bianca, lasciando non l’illusione, ma la certezza che quell’atmosfera di magia continuerà ad essere presente.

In ogni caso, l’esistenza di Babbo Natale è fondamentale sia per i piccoli che per i grandi: creare l’atmosfera e vivere un periodo di “magia” fa bene a tutti.

Dr. Paolo Galietta

Dr. Cristina Colantuono

Riferimenti

Bastone A., Le fiabe raccontate agli adulti. Storie di ieri e di oggi per la formazione, Torino, Celid Edizioni, 2021

https://www.uppa.it/il-pensiero-magico-del-bambino/

https://www.psicologinewid.it/babbo-natale/

https://elenacortinovis.com/pensiero-magico-nellinfanzia-una-risposta-dalla-psicologia/

https://www.erickson.it/it/mondo-erickson/articoli/perche-bambini-credono-babbo-natale/

https://dottoressasilviacavalieri.it/la-fantasia-una-compagna-necessaria-del-bambino/

https://www.educare.it/j/temi/pedagogia-e-psicologia/prenatalita-e-infanzia/4176-il-ruolo-e-le-manifestazioni-del-pensiero-magico-nella-prima-infanzia

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