Come vivere serenamente l’inserimento nella scuola materna

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“Ho imparato che continuo ad avere paura degli sconosciuti”. Il signor Parnassus si sporse in avanti per dargli un buffetto sul braccio: “Non c’è nulla di male. Anche il più coraggioso di noi alle volte può avere paura, l’importante è non lasciare che la paura diventi l’unica cosa che conosciamo” (T.J. Klune)

L’inizio della scuola, come ogni prima volta, può spaventare e trasformarsi in un momento molto difficile.

Per questo, con i consigli di uno psicologo, è possibile attenuare lo sconvolgimento della routine quotidiana del bambino e degli stessi genitori perchè alla fine, l’inserimento nella scuola materna, non è altro che uno step molto importante sia per il bambino, che sperimenterà per la prima volta il rapporto col mondo esterno, sia per il genitore che vivrà il primo vero distacco. Tutto questo condito da paura del bambino e neanche tanto velata preoccupazione dell’adulto nonostante la consapevolezza del passaggio indispensabile.

Per attutire i bagagli emozionali e la paura di entrambi è importante accompagnare inizialmente il bambino nell’esplorazione dell’ambiente fino a quando non sarà pronto a farlo in autonomia. Vivendo con il bambino quella che diverrà la sua nuova routine, i genitori potranno offrirgli anche visivamente e inconsciamente un aiuto: la sicurezza nell’approcciarsi all’esperienza, nel gestire gli oggetti nell’ambiente e nel trattare con gli educatori creerà un ambiente rilassante per il bambino.

Un po’ di suggerimenti

Spesso in occasione di cambiamenti così importanti, il bambino può avere intense reazioni emotive, per questo il genitore e le maestre devono rassicurarlo e non colpevolizzarlo per ciò che sente ma capire, accettare e normalizzare le reazioni che presenta attraverso l’utilizzo di tecniche come ad esempio:

  • Individualizzazione: è importante intervenire a livello individuale del bambino, senza portarlo al confronto con il resto della classe in quanto anche se piccolo il paragone potrebbe portarlo a sentirsi diverso dagli altri;
  • Ascolto attivo: osservare ciò che sente il bambino può aiutare il genitore a sentirsi tranquillo e aiutarlo nel distacco in modo che non sia straziante per entrambi;
  • Ambiente accogliente permetterà di smuovere sentimenti di curiosità andando a sopperire la paura ed i distacco attraverso la distrazione;
  • Attività ludica permetterà agli educatori di introdurre il bambino nel gruppo così da lasciarlo libero di sperimentare l’autonomia e l’allontanamento dall’oggetto di relazione come la madre o l’ambiente conosciuto di casa;
  • Oggetto transizionale: Il bambino per non subire un eccessivo stato d’ansia e di paura potrà portare un oggetto a lui caro, che lo rassicuri in quanto legato alla sua zona comfort e nello stesso tempo simbolo di continuità con il nuovo ambiente;
  • Pairing: il processo attraverso il quale la maestra, associandosi agli stimoli preferiti dal bambino come giochi, musica e ballo, diventa un “rinforzatore condizionato” cioè colei che eroga rinforzi e piacere. Queste attività rimarranno associate alla figura dell’operatore e contribuiranno a costruire una relazione positiva con lui. Questa tecnica permetterà al bambino la diminuzione della paura favorendo l’incontro con il nuovo ambiente e permettendo l’inizio della socializzazione e della conoscenza.

Lavorare in sinergia permette sia all’istituzione scolastica che ai genitori di pianificare un’azione che diminuisca il senso di abbandono che inevitabilmente il piccolo può provare.

L’iniziale accoglienza permetterà al genitore e al bambino di entrare in confidenza con il nuovo ambiente, gli altri elementi aiuteranno ad arrivare con tranquillità e sicurezza alla separazione, momento in cui spesso il bambino è immerso nelle attività di gioco e di esplorazione e che quindi è vissuto con meno paura.

Una volta finta la giornata, il genitore è bene si informi con il figlio sulle attività svolte, sui bambini presenti, sulle maestre. Una condivisione e riflessione importante per far comprendere al bambino quanto sia importante la scuola e di come questa attività possa essere associata al lavoro che occupa, nello stesso tempo, la giornata dei genitori.

E’ importante proporre al bambino dei libri che trattano il tema della scuola oppure dei cartoni animati che possano, attraverso l’associazione e l’immedesimazione, rassicurarlo di non essere solo in questa nuova situazione.

Concludendo, la separazione non deve essere necessariamente un dramma o un trauma, può trasformarsi in un momento costruito con gradualità, osservando le richieste del piccolo ed il tempo di reazione all’ignoto. E’ sicuramente una sfida anche per i genitori che imparano ad accettare la separazione dal proprio figlio.

Un proverbio giapponese dice “il compito di un genitore è di salire sull’albero e da lontano stare a guardare” e, volenti o nolenti, è proprio questa la funzione della mamma e del papà: intervenire solo se necessario, senza sostituirsi al bambino, osservare e sostenerlo attraverso una supervisione discreta.

Non si può impedire ai figli di soffrire ma si può insegnare loro ad affrontare le situazioni difficili con coraggio e speranza!

Dr. Sara De Rosa

Dr. Cristina Colantuono

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