BABYLOSS: il dolore di una perdita

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Il termine babyloss va a identificare la perdita del proprio bambino tra la 28esima settimana di gestazione e i primi 7 giorni di vita. Più precisamente chiamato lutto perinatale, riguarda la perdita del feto nella seconda metà della gravidanza o nelle settimane successive alla nascita; nella sua definizione più estesa, inoltre, comprende anche la morte del neonato entro i primi 28 giorni di vita (morte neonatale tardiva) (Prudenzano M). Come viene esplicitato e sottolineato da Righetti e Sette, (2000): ‘‘L’intensità del lutto prenatale non è tanto correlata all’età gestazionale, né alla presenza di patologie fetali o di incompatibilità con la vita, quanto piuttosto al grado di investimento affettivo della coppia genitoriale. L’età del bambino non ha quindi alcuna importanza per stabilire l’entità della perdita, ma la differenza sta nell’instaurarsi della relazione di attaccamento che inizia molto prima della nascita del bambino”.

La perdita di un bambino durante la gravidanza o subito dopo la nascita, infatti, rappresenta un’esperienza traumatica di grave entità, che può determinare nella coppia un alto rischio di insorgenza di lutto complicato o di un disturbo psichiatrico (Paykel, 1971; Ravaldi et al., 2008). È esperienza comune della diade genitoriale in lutto, vivere una profonda rottura tra il “prima” e il “dopo” durante la quale sentono una frattura del percorso genitoriale che vede venir meno l’oggetto d’amore tanto fantasticato, già profondamente parte del loro vissuto (Mouras et al., 2003).

Associazione “Ciaolapo”

Molte sono le associazioni che si dedicano alla promozione della consapevolezza sulla perdita di un bambino durante la gravidanza o dopo il parto. Oltre al sito internet ufficiale (www.babyloss.info), una fra queste è quella curata dal 2007 da Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci chiamata “Ciaolapo”, che si adopera per sensibilizzare su un tema trascurato, ma di grande impatto emotivo, offrendo aiuto a tutte le coppie che affrontano una situazione simile e accompagnandole in questo difficile cammino. Una fra le più conosciute in Italia, “Ciaolapo” è un’associazione senza scopo di lucro che si finanzia esclusivamente attraverso donazioni di privati e sovvenzioni pubbliche con attività (vendita di prodotti, libri, corsi di formazione, forum) svolte su base volontaria.

15 ottobre: giornata dei bambini mai nati

Ottobre è stato scelto come il mese della consapevolezza sulla morte infantile e sulla perdita in gravidanza, e proprio il 15 ottobre è la giornata della commemorazione mondiale delle morti in utero, aborti e morti perinatali; in inglese viene chiamato, ‘‘Babyloss Awareness Month’’, durante il quale si concentrano le iniziative gratuite per la cittadinanza al fine di mettere in atto contemporaneamente informazione, celebrazione e ricordo. Ricordare per dare memoria a tutti quei neonati mai nati, ma soprattutto, ricordare per sapere, conoscere per divulgare informazione a tutte quelle famiglie che stanno affrontando una situazione simile e pensano di essere i soli.

Il supporto psicologico

La morte in utero è una delle esperienze più traumatiche che un genitore possa sperimentare, tanto che può essere associata a cambiamenti psicosociali a lungo termine (Ravaldi C. 2011). Per i genitori potrebbe trattarsi della prima esperienza di morte e, come tale, suscita stati d’animo di confusione, spavento, paura (Ravaldi C. 2011).

Dagli anni ’70 circa si susseguono una serie di ricerche circa l’essere a favore, o meno, del contatto immediato con il bambino appena morto e, nonostante esistano ancora varie scuole di pensiero, ciò varia anche in base alla cultura di appartenenza. In generale, gli studi dimostrano che sia piuttosto innaturale ipotizzare che i genitori non desiderino vedere il loro bambino rientrando in quella che resta comunque una loro decisione personale ed intima (Ravaldi C. 2011). E’ sicuramente importante, però, che i genitori ricevano il giusto supporto per elaborare il drammatico evento prima, durante e dopo il parto; un supporto sensibile, sereno, che non affretti i genitori nel sentirsi meglio, ma piuttosto, che rispetti i loro tempi.

Quando viene a mancare un bambino non ancora nato o appena dato alla luce si attivano diversi vissuti emotivi che caratterizzano le diverse fasi del lutto (Ravaldi, 2009). Nell’elaborazione, infatti, è importante il susseguirsi di tutte gli stadi:

  • Shock, caratterizza i primi giorni dopo aver ricevuto la notizia della perdita; le emozioni più comuni sono stordimento, incredulità e negazione;
  • Realizzazione, è la fase in cui emerge la consapevolezza della perdita e si comincia a prendere contatto con l’esperienza del dolore. È in questa fase che compare il senso di colpa associato al pensiero che qualcosa poteva essere fatto per evitare la perdita;
  • Protesta, compare l’emozione della rabbia. In questa fase si possono ricercare delle colpe e responsabilità all’esterno, nei medici e nel contesto ospedaliero;
  • Disorganizzazione, in questa fase spesso compaiono depressione e tendenza all’isolamento; si tende anche a evitare alcune situazioni legate alla genitorialità: si pensa che sia meglio non parlare dell’evento fino a far finta con gli altri che nulla sia successo. A volte, l’isolamento può essere messo in atto anche nei confronti del partner, soprattutto se i due genitori vivono il dolore in modo differente;
  • Riorganizzazione e accettazione, è la fase in cui la sofferenza comincia ad attenuarsi, la ricerca della solitudine e l’evitamento si riducono ed è possibile che ricompaia il desiderio di maternità.

Conclusioni

Su tali premesse, dunque, è chiara l’importanza di far luce su un fenomeno largamente diffuso che richiede una sempre maggiore attenzione, al fine di aiutare e supportare a livello psico-fisico i genitori che sono costretti ad affrontare un trauma di questo tipo. Sensibilizzare sul tema, infatti, può aiutare non solo le famiglie che vivono queste situazioni a sentirsi meno soli, ma anche ad essere compresi dal resto della società, a stringersi in un dolore di comunità piuttosto che di singoli soggetti favorendo il superamento di giorni difficili nonché educando alla comprensione e all’empatia verso chi vive dinamiche di questo calibro. Va ricordato, infine, come la fissazione in una delle fasi del lutto, e il suo non-superamento, aumentino il rischio di tardare il processo di risoluzione di tale problematica.

Dott.ssa Gioia Picchianti

Dott.ssa Micol Lucantoni

Bibliografia/sitografia:

https://www.ciaolapo.it/category/blog/

https://www.iodonna.it/attualita/eventi-e-mostre/2020/10/15/il-15-ottobre-e-la-giornata-mondiale-del-babyloss/

-https://istitutosantachiara.it/il-lutto-prenatale-e-perinatale/

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