Adolescenti e dipendenza da videogiochi

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I progressi della tecnologia, hanno condotto una trasformazione della società, sempre più digitale e iperconnessa. Tuttavia, oggi ci si trova di fronte a nuove forme di dipendenza che non coinvolgono più solo l’assunzione di sostanze ma nuovi comportamenti.

Tra questi, oggi, ci sono: la dipendenza da nuove tecnologie (Internet, social, videogiochi) e dipendenza da gioco d’azzardo. Alcune di queste dipendenze, risultano socialmente accettabili ma possono sfuggire al controllo dell’individuo.

Young (1998) e Griffiths (1998, 2000) sono stati i primi a proporre una definizione di “utilizzo problematico di Internet” o “dipendenza da Internet” (in inglese “Internet Addiction Disorder”, in acronimo IAD), conducendo diverse ricerche sul tema e definendola: l’insieme delle preoccupazioni, degli impulsi e dei comportamenti eccessivi o scarsamente controllati che scaturiscono dall’uso della Rete e che comportano alterazioni comportamentali o stressanti.

Nel DSM-5, la diagnosi di IAD, è definita come un comportamento ricorrente e persistente che porta a stress o a un peggioramento significativo.

Rientra tra le dipendenze da IAD, la dipendenza da videogiochi, nello specifico “Internet Gaming Disorder” che comprende la dipendenza da videogiochi sia online ed offline. Va detto che l’Internet Gaming Disorder è l’unica altra dipendenza comportamentale inserita, assieme al gioco d’azzardo patologico, nella sezione 3 del DSM-5 (American Psychiatric Association, 2013).

Quali sintomi?

Secondo gli standard DSM-5, per porre diagnosi, devono essere presenti per un periodo di 12 mesi, almeno 5 su 9 tra i seguenti criteri diagnostici:

  1. Preoccupazione eccessiva riguardo al gioco su Internet;
  2. Sintomi di malessere quando non si gioca o quando si è impossibilitati a giocare (astinenza);
  3. Tolleranza, ovvero necessità di aumentare il tempo impiegato a giocare;
  4. Tentativi numerosi, vani e infruttuosi di ridurre il gioco su Internet;
  5. Perdita di interesse nello svolgimento di attività prima piacevoli;
  6. Uso eccessivo dei giochi nonostante la consapevolezza delle problematiche psicosociali che comporta;
  7. Utilizzo dell’inganno sulla quantità di tempo impiegata a giocare;
  8. Utilizzo del gioco per allontanare uno stato d’animo negativo;
  9. Mettere a rischio relazioni, lavoro e opportunità formative a causa del gioco su Internet.

L’uso eccessivo di videogiochi è un fenomeno sempre più frequente, soprattutto negli adolescenti.

I tassi di prevalenza per la Dipendenza da Videogioco differiscono nei vari contesti culturali e sono influenzati dagli strumenti utilizzati per la valutazione (Han, Kim, Bae, Renshaw, Anderson; 2015); dall’ambiente familiare, dai fattori psicosociali e dalla presenza di altre sindromi in comorbilità.

Le conseguenze riportate da bambini, preadolescenti e adolescenti con Internet Gaming Disorder possono essere fisiche, cognitive, relazionali, economiche ed emotive.

Le problematiche fisiche più frequenti sono dolore agli occhi, secchezza oculare, mal di testa, stanchezza, dolore alle articolazioni, fluttuazioni di peso, incuria della propria igiene personale, alterazione nell’evoluzione della prensione corretta di penne e matite, mal di schiena (Kiràly, Griffiths, Demetrovics; 2015), affaticamento mentale, alterazione dei ritmi sonno-veglia causati dall’utilizzo di dispositivi portatili prima di andare a dormire.

Per quanto riguarda le conseguenze relazionali, l’Internet Gaming Disorder compromette i rapporti interpersonali: progressivamente, il giocatore sostituisce le relazioni del mondo offline, con le relazioni tra personaggi virtuali, all’interno del mondo videoludico. È come se il gamer sviluppasse un attaccamento alla propria identità online (avatar), percepita come estensione del sé, come amico intimo (King, Delfabbro; 2014).

Ovviamente, i minori che dedicato un tempo eccessivo a giocare online/offline, hanno meno tempo per l’interazione con i pari: l’isolamento sociale, quindi, è una diretta conseguenza.

Infine, riguardo la sfera affettiva e psicologica, i minori con Internet Gaming Disorder sono più irritabili, ansiosi, depressi e riportano maggiore livelli di distress psicologico, se confrontati con i pari senza IGD.

Che fare?

Nell’affiancare i minori e ridurre la dipendenza da videogiochi, risulta fondamentale, il coinvolgimento delle famiglie, ed il lavoro in sinergia con loro, mediante il sostegno alla genitorialità, andando a definire con il ragazzo, fin da subito, regole chiare, relative agli orari di utilizzo dello smartphone e del tempo dedicato all’attività ludica.

Dunque possiamo concludere, che quando i ragazzi rinunciano ad aspetti importanti della propria vita per giocare ai videogiochi è il momento di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta. La psicoterapia breve strategica è considerata molto efficace nel trattamento della dipendenza da videogioco, in particolare, mediante il coinvolgimento della famiglia e attraverso prescrizioni di comportamento fornite all’adolescente, riesce ad interrompere le tentate soluzioni fallimentari, conducendolo ad un rapido cambiamento ed utilizzo più consapevole dello smartphone.

Dott.ssa Cristina Colantuono

Dott.ssa Claudia Della Ceca

 

BIBLIOGRAFIA

AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION, DSM-V (2013). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5ª ed. Milano, Masson.

HAN, KIM, BAE, RENSHAW, ANDERSON (2015). Brain connectivity and psychiatric comorbidity in adolescents with Internet gaming disorder.

KING, DELFABBRO (2014). The cognitive psychology of Internet gaming disorder.

KIRÀLY, GRIFFITHS, DEMETROVICS (2015). Internet Gaming Disorder and the DSM-5: Conceptualization, Debates, and Controversies.

NARDONE, G., CAGNONI, F. (2002). Perversioni in rete, Psicopatologie da Internet e loro trattamento, Ponte alle Grazie.

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