22 aprile: Giornata Mondiale della Terra

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Ogni anno la giornata mondiale della Terra mobilita circa un miliardo di persone e ben 192 nazioni.

Istituita ormai da circa mezzo secolo, fece seguito alla pubblicazione del libro manifesto “Primavera silenziosa” della biologa statunitense Rachel Carson ma fu nel 1969, in una conferenza dell’UNESCO a San Francisco, che John McConnell propose la creazione di una giornata per onorare la Terra. Nacque come un evento prettamente statunitense che presto diventò un evento mondiale che spinse i capi di stato a prendersi cura del pianeta.

Earth Day 2022, la terra non aspetta

Sul sito ufficiale della giornata della Terra campeggiano frasi volte a sensibilizzare e responsabilizzare ogni cittadino del mondo a prendersi cura della propria casa. Sono reperibili migliaia di manifestazioni in tutto il mondo a cui è possibile partecipare ma l’invito è quello di agire in prima persona, di pulire, differenziare, donare ma soprattutto comprendere che non c’è più tempo.

Il tema si presenta con un cancelletto posto davanti alla frase “invest in our planet” così che possa diventare un hashtag virale e con la forza di raggiungere ogni parte del mondo.

Quello di Investire sul nostro pianeta è un invito a investire sulla sostenibilità perché come diceva Socrate: “Il segreto del cambiamento è concentrare tutte le energie non sulla lotta al vecchio ma sulla costruzione del nuovo”. È questo il momento, sebbene il cambiamento climatico sia ormai irreversibile, di pensare alla creazione di città e paesi più sostenibili.

I cambiamenti climatici e l’impatto sull’uomo

La qualità della vita dell’uomo è strettamente collegata alla salute della Terra. L’inquinamento sta influenzando alcuni dei fattori fondamentali per la salute umana, tra cui:

  • qualità dell’aria
  • disponibilità di acqua potabile e del cibo
  • livelli nutrizionali negli alimenti
  • le modificazioni climatiche
  • le temperature estreme,
  • l’impoverimento delle risorse.

Tutti elementi che possono causare problemi di natura fisica e mentale.

Dal punto di vista delle conseguenze fisiche, aumenta la possibilità di colpi di calore, alterazione dell’equilibrio elettrolitico dell’organismo, disidratazione, riniti e malattie respiratorie a causa della presenza di agenti irritanti nell’aria, invecchiamento della pelle, addensamento sanguineo e conseguenti problemi circolatori.

Per quanto riguarda invece le ripercussioni sulla salute psicologica, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi hanno mostrato come si possono registrare tassi di suicidio più alti con temperature più elevate, aumento dell’incidenza della depressione e di altre condizioni di patologia mentale. Si rileva, tra queste, un aumento dell’incidenza del disturbo da stress post-traumatico, conseguente a disastri naturali e clima estremo.

Inoltre, l’instabilità metereologica sottopone l’organismo a stress che spesso si configura come meteoropatia, una sindrome che può provocare iper-stress, stanchezza psicofisica e sbalzi d’umore.

Confronto tra generazioni: la cecità dell’uomo adulto

Le preoccupazioni in merito agli effetti del cambiamento climatico hanno fatto sì che nel 2003 venisse coniato il termine solastalgia (dalle parole inglesi “solace” e “nostalgia”, dunque nostalgia del conforto) per descrivere il sentimento di forte nostalgia per una “casa” che sta cambiando repentinamente, sfuggendo al controllo dell’uomo.

È interessante, però, notare come questa tendenza sia maggiormente diffusa tra i più giovani, la cosiddetta generazione Z. Basti pensare all’età anagrafica di Greta Thunberg, la piccola attivista che senza peli sulla lingua e senza paure o inibizioni politiche ha sfidato i grandi del pianeta a smettere di chiudere gli occhi e far finta di non vedere. “La nostra casa è in fiamme” è l’emblematico titolo del suo libro che è ormai un best seller a livello mondiale.

Appare però del tutto opposta la reazione degli “adulti”, che sembrano continuare a deresponsabilizzarsi e a vedere il problema come lontano.

I meccanismi psicologici alla base della deresponsabilizzazione

Tale atteggiamento è stato analizzato in un articolo del 2017 dalle studiose Daina Mazutis e Anna Eckardt. In questo contesto, vengono individuati dei bias cognitivi che non permettono all’uomo di “vedere” la gravità della situazione e che sono suddivisi in quattro categorie: bias della percezione, dell’ottimismo, della rilevanza e della volontà.

In questo scenario, l’indifferenza è inquadrata nell’ottica di una tendenza a considerare gli effetti del cambiamento climatico come inconsistenti e lontani dal punto di vista spazio-temporale. Così, a meno che non si tratti di disastri ambientali vissuti in prima persona, la situazione ambientale risulta caratterizzata da una accessibilità cognitiva molto bassa.

A questo si aggiunge che la tendenza naturale dell’uomo è di sottovalutare i rischi, esagerando invece i benefici relativi ad un evento. In questo modo, “il bias dell’ottimismo” porta l’uomo a credere che una soluzione verrà ben presto trovata grazie alla tecnologia e che quindi il suo immediato intervento diretto non è richiesto; il bias della volontà, invece, porta l’uomo alla deresponsabilizzazione, ovvero alla convinzione che saranno le istituzioni o le persone maggiormente competenti ad occuparsi del problema.

Infine, a queste distorsioni cognitive si aggiunge il fatto che l’uomo ha la tendenza a preferire gratificazioni immediate, piuttosto che risultati di cui potrà godere nel corso degli anni quindi “perché limitarmi nell’uso dell’acqua se è più comodo avere sempre il rubinetto aperto quando mi lavo i denti”?

Concludendo, appare evidente come si dovrebbe prendere esempio dall’entusiasmo dei giovani, dalla loro voglia di futuro, dal loro pensiero preventivo e dai loro sentimenti di speranza nonostante si trovino a ricostruire un mondo che non hanno rovinato loro.

Dott.ssa Lucia D’Apollo

Dott.ssa Cristina Colantuono

Bibliografia

Mazutis, D., & Eckardt, A. (2017). Sleepwalking into catastrophe: Cognitive biases and corporate climate change inertia. California Management Review, 59(3), 74-108.

Sitografia

Earth day 2022. (n.d.). Consultato in data Marzo 1, 2022, da Earthday:  https://www.earthday.org/earth-day-2022/

Rastelli, V., Ciccarese, L., Luise, A. (n.d.). Unep global environmental outlook geo-6 summary for policymakers riassunto per i decisori politici traduzione in italiano preparata da ispra. Isprambiente. Consultato in data Marzo 1, 2022, https://www.isprambiente.gov.it/files/temi/geo6riassuntoperdecisoripolitici.pdf

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