13 aprile – Giornata internazionale del bacio: Il bacio e l’amore secondo le neuroscienze

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il 13 aprile si celebra l’International Kissing Day, giornata istituita per ricordare il bacio più lungo della storia, ovvero quello di una coppia thailandese, durato 46 ore, 24 minuti e 9 secondi.

Il bacio e i suoi significati

Nelle culture evolute il bacio ha assunto molteplici significati: comunica amicizia, rispetto, devozione, affiliazione (nelle subculture criminali) o anche tradimento (si pensi al bacio di Giuda).

Ma il bacio per eccellenza è il bacio romantico tra innamorati che da secoli viene celebrato nella letteratura, nella pittura e in tutte le forme di arte.

La scienza ha cercato di studiare i significati del bacio e i suoi effetti dal punto di vista neurobiologico e antropologico. Vari studi dimostrano che il bacio ha fondamentalmente tre funzioni (Wlodarski & Dunbar, 2013):

  1. valutare l’idoneità di un possibile partner,
  2. stabilire legami di attaccamento,
  3. facilitare l’eccitazione sessuale.

Inoltre ci sono delle differenze di genere: ad esempio, per le donne assume il significato di una prima valutazione di un probabile partner a lungo termine, mentre per gli uomini rappresenta piuttosto il preludio di un incontro sessuale (nella saliva maschile, infatti, è presente una quantità di testosterone tale da stimolare l’eccitazione nel cervello femminile) (Hughes, Harrison & Gallup, 2007).

Amore materno e amore romantico

Molti studiosi hanno cercato, in una prospettiva evoluzionistica, di verificare l’esistenza del bacio nel mondo animale: l’etologo Morris osservò questo comportamento nei primati che sminuzzavano il cibo e lo passavano direttamente nella bocca dei figli. Inoltre nei momenti di scarsità di cibo le madri premevano le proprie labbra su quelle del figlio come gesto di consolazione per placare la fame.

Anche per gli esseri umani, il primo bacio è quello della mamma: il bacio materno trasmette affetto, cura, protezione ed educa all’amore.

Ma l’amore che sente la mamma verso il figlio è lo stesso amore che provano due innamorati? Produce gli stessi effetti?

Secondo uno studio del 2004 (Bartels & Zeki) i correlati neurali che sottendono l’amore romantico sono gli stessi dell’amore materno. Misurando l’attività cerebrale con fMRI, i risultati hanno evidenziato come entrambi questi comportamenti attivino regioni specifiche correlate al cosiddetto circuito di ricompensa, rilasciando dopamina, neurotrasmettitore coinvolto nel desiderio e nella ricerca del piacere.

La ricerca del piacere è, d’altro canto, tipica del bambino, che lo ricerca attraverso la bocca sin dalla nascita, durante quella che Freud definì la fase orale, nella quale il piacere libidico è legato alla suzione e all’allattamento.

Gli effetti dell’amore sul cervello e sul corpo

L’antropologa Fisher, insieme ad un gruppo di ricercatori, ha condotto uno studio per capire quali siano i meccanismi neurobiologici che, all’inizio di una relazione, ci portano a desiderare sempre più la vicinanza dell’altro.

È emerso che l’amore, nella fase iniziale, attiva i sistemi di ricompensa e motivazione sottocorticali, che sono gli stessi network coinvolti nello sviluppo di dipendenze da stupefacenti. I neurotrasmettitori maggiormente coinvolti sono la dopamina, associata agli stati euforici e al desiderio, la vasopressina e la serotonina, che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo della relazione di attaccamento e di fiducia.

Inoltre, sono stati rilevati alti livelli di ossitocina, ormone correlato al piacere, al riconoscimento sociale e al consolidarsi di legami affettivi (Aron, Fisher, Mashek, Strong, & Brown, 2005). Tutti questi neurotrasmettitori funzionano come dei booster naturali che rinforzano il sistema immunitario, in quanto diminuiscono nel corpo la produzione del cortisolo, l’ormone dello stress, prodotto dal surrene su impulso del cervello in situazioni di allerta e tensione.

E le sensazioni corporee che si avvertono quando si è innamorati, come si spiegano?

Non è raro notare come durante un bacio appassionato aumenti il battito cardiaco, le pupille si dilatino e compaia un rossore a livello delle guance: queste reazioni fisiologiche sono mediate dall’ipotalamo. Inoltre, grazie alle tecniche di neuroimaging un gruppo di ricercatori finlandesi, nel 2018, è riuscito a creare una vera e propria mappa somatosensoriale dei sentimenti soggettivi. Secondo questa mappa, il sentimento dell’amore produce una tempesta di emozioni, i cui effetti si avvertono a livello del torace, degli arti superiori e in particolare dello stomaco, fino al bacino e agli organi sessuali (Nummenmaa, Hari, Hietanen, & Glerean, 2018).

E l’amore durante la pandemia?

Le regole sul distanziamento sociale hanno stigmatizzato il bacio e gli abbracci per motivi di salute e trasmissibilità del virus, causando una deprivazione emotiva importante.

L’uso della mascherina nasconde la bocca e il sorriso: eppure, negli attimi che precedono il bacio tra due persone è nomale volgere l’attenzione e lo sguardo verso le labbra dell’altro, perché il contatto visivo è il primo stimolo del desiderio e dell’eccitazione sessuale, specialmente nell’uomo.

La privazione del contatto fisico e la situazione psicologica di ansia e stress hanno notevolmente diminuito il desiderio sessuale e la volontà di instaurare nuove relazioni ed è aumentato invece il fenomeno del sexting, ovvero gli incontri sessuali online (Ibarra, Mehrad, Di Mauro, & Godoy, 2020). L’isolamento sociale e l’ansia del contagio hanno inoltre diminuito le possibilità di interazioni e sono aumentati i sintomi depressivi e i disturbi del sonno.

Secondo Bzdok & Dunbar (2020 )è necessario tornare al più presto alla socializzazione ed uscire da questo isolamento, in quanto “il rilascio di endorfine legato all’interazione sociale è il più potente anti-depressivo che ci possa essere”.

Dott.ssa Nilde Fiorentino

Dott.ssa Cristina Colantuono

Bibliografia

Aron, A., Fisher, H., Mashek, D. J., Strong, G., Li, H., & Brown, L. L. (2005). Reward, motivation, and emotion systems associated with early-stage intense romantic love. Journal of neurophysiology, 94(1), 327-337.

Bartels, A., & Zeki, S. (2004). The neural correlates of maternal and romantic love. Neuroimage, 21(3), 1155-1166.

Bzdok, D., & Dunbar, R. I. (2020). The neurobiology of social distance. Trends in cognitive sciences, 24(9), 717-733.

Freud, S. (2011). Tre saggi sulla teoria sessuale. Bur.

Hughes, S. M., Harrison, M. A., & Gallup Jr, G. G. (2007). Sex differences in romantic kissing among college students: An evolutionary perspective. Evolutionary Psychology, 5(3), 147470490700500310.

Ibarra, F. P., Mehrad, M., Mauro, M. D., Godoy, M. F. P., Cruz, E. G., Nilforoushzadeh, M. A., & Russo, G. I. (2020). Impact of the COVID-19 pandemic on the sexual behavior of the population. The vision of the east and the west. International braz j urol, 46, 104-112.

Morris, D. (1991). Il bambino. Tutti i perché. Mondadori.

Nummenmaa, L., Hari, R., Hietanen, J. K., & Glerean, E. (2018). Maps of subjective feelings. Proceedings of the National Academy of Sciences, 115(37), 9198-9203.

Wlodarski, R., & Dunbar, R. I. (2013). Examining the possible functions of kissing in romantic relationships. Archives of sexual behavior, 42(8), 1415-1423.

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