TIK TOK: una piattaforma di divertimento ed uno specchio della società

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Tik Tok nasce in Cina nel 2018 dalla mente dell’ingegnere Zhang Yiming con l’idea di dare libero sfogo all’immaginazione ed alla creatività di tutti. Inizialmente centrato sul doppiaggio, la piattaforma mette a disposizione degli utenti un archivio di brani musicali e audio tratti da film così da permettere di cantare in playback canzoni e monologhi di comici famosi oppure improvvisare balletti sulle hit del momento, il tutto arricchito da effetti visivi e sonori che possono alterare i lineamenti del viso e velocizzare i movimenti.

La piattaforma ha avuto un successo evidente ed è spontaneo chiedersi: cosa c’è di così interessante in tutto questo?

Lo specchio di narciso?

Il dato più interessante è che Tik Tok non conosce limiti d’età: gli utenti variano da un’età minima di 13 anni ai più senior che si aggirano intorno ai 70 anni. Un ventaglio senza dubbio molto ampio.

Un fenomeno che sembra pareggiare un alto social a lungo demonizzato per la capacità di evidenziare il narcisismo della società: Instragram.

Si tratta di piattaforme teatro della nascita di tante influencer che attraverso sponsorizzazioni di prodotti per centinaia di euro, giorno dopo giorno permettono un aumento di followers e visualizzazioni grazie alla pubblicazione di foto perfette di corpi altrettanto perfetti in location di lusso a bordo piscina o negli attici delle città più famose al mondo. Tutti elementi che a ragion veduta permettono a migliaia di utenti di sognare ed invidiare una notorietà per la quale si è anche disposti a tutto.

 

Il potere divulgativo

Ma è necessario pur sempre osservare le due facce della medaglia: da una parte sicuramente l’aspetto narcisistico ma dall’altra anche il profondo contributo alla sensibilizzazione su varie tematiche proprio per la facilità di divulgazione e fruibilità di milioni di persone.

Dall’omofobia al razzismo ed in ultimo, ma non meno importante, le raccolte fondi a scopo benefico come quella proposta da Fedez e Chiara Ferragni per il San Raffaele, durante l’emergenza COVID-19.

Così anche Tik-Tok ha cambiato forma e si è evoluto, abbracciando non solo giovani adolescenti ma un pubblico sempre più grande di ogni età, diventando uno strumento divulgativo e molto simile ad Instagram, sfruttato non solo come forma di divertimento ma anche come pubblicizzazione per diversi personaggi di rilievo che si espongono con consigli e dritte su svariati argomenti.

Potrebbe quindi essere uno strumento per la divulgazione anche tra i più giovani delle buone prassi su salute e benessere psicologico?

Un grande interrogativo considerato che Tik Tok offre già spunti di analisi a riguardo: tra le challenge proposte alcune possono risultare infatti potenzialmente pericolose come per esempio la sfida della dimensione del punto-vita attraverso la misurazione dei giri di cuffiette necessari per contenerlo.

Etichettata come istigazione all’anoressia e restrizione in stereotipi, questa sfida ha indirizzato verso la piattaforma numerose critiche a riguardo.

Sfruttare piuttosto che subire

E’ importante quindi non sottovalutare il potenziale di questa piattaforma, come dei social in generale, la forza della globalizzazione della sua diffusione e come un’informazione può fare veramente il giro del mondo in pochi minuti.

Sfruttare queste caratteristiche per far circolare messaggi positivi su varie tematiche, sfruttando la libertà per lo spazio creativo che vuole offrire Tik Tok può essere veramente un’ottima occasione di crescita e promozione sociale.

In parallelo è fondamentale sensibilizzare specialmente il pubblico più giovane verso quelli che potrebbero essere i pericoli dello strumento, lì dove l’informazione diventa fondamentale per un suo uso costruttivo.

Ogni piattaforma che dìa spazio al libero pensiero di ognuno purtroppo, se non adeguatamente monitorata, può dare libero sfogo al lato più creativo e positivo della comunità ma anche a quello più oscuro.

In una società fluida e frenetica, uno spazio di sfogo “leggero” potrebbe essere positivo se adeguatamente seguito e sentirsi liberi di esprimersi e trovare negli altri un riscontro a livello di dialogo e condivisione aiuta a sentirsi meno soli. Grazie ai social, e non solo quindi a Tik Tok, molti utenti sono riusciti a condividere esperienze dolorose vincendo il senso di solitudine e scoprendo così che tante altre persone, con un nome ed un’identità ben distinta, si trovavano alle prese con le stesse emozioni e situazioni. Persone reali anche se conosciute sui social.

Il confronto, lo scambio, i vari punti di vista che si mescolano tra loro e formano una rete infinita di supporto, creano un vortice di emotività talmente meraviglioso che se messo su tela bianca avrebbe le sembianze di un arcobaleno.

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Veronica Guarino

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