Negli anni ottanta lo psichiatra forense Richard Alan Gardner coniò il termine “PAS” (Parental Alienation Syndrome), nota come sindrome da alienazione parentale.
Per “PAS” deve intendersi un disturbo, una dinamica familiare psicologico-disfunzionale, che riguarda essenzialmente i figli minori di coppie implicati in vicende conflittuali, quali separazioni o divorzi. Il fenomeno consiste in un vero e proprio “lavaggio del cervello” dei figli perpetrato dal genitore alienante ai danni del genitore alienato, realizzato mediante una campagna denigratoria fatta di odio, disprezzo e rabbia verso l’ex coniuge che induce il minore, senza un giustificato motivo, a screditare, infamare ed allontanare il genitore alienato.
Nello specifico Gardner definisce la PAS, lieve, moderata o grave, come “una forma di abuso emotivo, che si pone all’inizio di una cascata di eventi psichici, che ha solo l’origine nel trauma dell’esposizione continuata dei figli al genitore indottrinante, il quale gli trasmette un vissuto di minaccia incombente per l’avvicinarsi dell’altro genitore, nonché il suo odio patologico”(Gardner, 1998).
Le caratteristiche dell’alienazione genitoriale
Gardner individua otto criteri per individuare la presenza dell’Alienazione Parentale:
1) Campagna di denigrazione: mancanza di rispetto da parte del bambino verso il genitore alienato, comportamento spesso favorito dal genitore “pericoloso”, ossia quello alienante.
2) Razionalizzazioni deboli, superficiali e assurde per giustificare il biasimo: il bambino utilizza giustificazioni deboli per motivare il rifiuto a frequentare il genitore alienato.
3) Mancanza di ambivalenza: il minore idealizza completamente un genitore e svaluta interamente l’altro.
4) Il fenomeno del “pensatore indipendente”: il bambino dichiara che le sue affermazioni sono il frutto del suo pensiero personale, non riferisce in alcun modo quello che ascolta dal genitore alienante.
5) Appoggio automatico al genitore alienante nel conflitto genitoriale: il minore appoggia incondizionatamente le azioni e/o i pensieri del genitore alienante.
6) Assenza di senso di colpa per la crudeltà e l’insensibilità verso il genitore alienato: il figlio risulta “freddo” nei confronti del genitore rifiutato e non prova dispiacere.
7) Utilizzo di scenari presi a prestito: il bambino userà un vocabolario non corrispondente al suo sviluppo cognitivo.
8) Estensione dell’ostilità alla famiglia allargata e agli amici del genitore alienato: il minore inizierà a dimostrare ostilità e/o rifiuto anche con i genitori, i familiari e gli amici del genitore alienato.
A queste variabili Gardner aggiunge altri quattro fattori che permettono di individuare, in maniera specifica, “l’alleanza distorta” che intercorre tra il minore e i due genitori: le difficoltà del minore nel periodo di transizione da un genitore all’altro; il comportamento del minore durante la permanenza a casa del genitore alienato; il legame del minore con il genitore alienante; il legame del minore con il genitore alienato prima della separazione (alienazione).
Rischi sulla salute del minore
La separazione genitoriale, soprattutto quando è conflittuale e vede il coinvolgimento attivo dei minori nei contrasti, può predisporli allo sviluppo di problematiche evolutive come scarsa autostima, disturbo d’ansia da separazione, disorientamento affettivo-emotivo, il disturbo da attaccamento, fobie e/o paranoie); in età adulta, può condurre a disturbi psicopatologici di varia natura come, ad esempio, forti stati depressivi e/o patologie narcisistiche, o abuso di droga/alcol.
Un bambino “programmato” (Clawar, Rivlin 1991), inserito in un contesto familiare ostile e carente di risorse adeguate per favorire il suo benessere psico-fisico, può sperimentare una compromissione, talvolta anche permanente, dello sviluppo delle sue potenzialità e delle sue capacità di crescita ed adattamento.
Come curare l’alienazione: trattamenti psicologici
I programmi di trattamento dei casi di alienazione parentale, sviluppatisi prevalentemente negli Stati Uniti, hanno come finalità quella di risolvere un conflitto relazionale coinvolgendo non solo il singolo ma l’intero gruppo familiare.
Tra i programmi di recupero più noti:
1) Transitional Site Programs (TSP): è un programma organizzato su tre livelli, coniato da Gardner (1998), per affrontare i casi più gravi di alienazione parentale; prevede che l’affidamento venga invertito, dal genitore prescelto a quello alienato.
2) Family Bridges: programma di intervento educativo a più fasi (I colloquio, presentazione video, attività ludiche) ideato dallo psicologo americano Richard A. Warshak nel 2010. Ha come obiettivo principale quello di ripristinare le dinamiche dell’intero sistema familiare ed aiutare i minori ad uscire dalle triangolazioni genitoriali rafforzando, al tempo stesso, le competenze dei genitori nella cura e nella protezione dei figli.
3) Overcoming Barriers Family Camp: sorto negli Stati Uniti nel 2010 per opera di Deutsch, Sullivan, Ward (2010) è un programma innovativo basato sul concetto di “campo familiare”. Consiste nel fatto che genitori e figli condividano un campeggio e/o vacanza di cinque giorni. L’obiettivo è favorire la riconciliazione tra genitore rifiutato e bambino, coinvolgendo l’intera famiglia e lavorando anche sulla relazione coniugale.
4) Metodo Stephens: ideato nel 2013 da Edward M. Stephensper, è un trattamento che prevede, dopo un’attenta diagnosi psicologica, che il minore venga preso in carico da una struttura per seguire un trattamento intensivo. Il percorso lavora sui sentimenti di ostilità verso il genitore alienato e sui sentimenti di lealtà verso quello alienante. L’obiettivo è quello di aiutare il bambino a distaccarsi dai pensieri/emozioni del genitore dominante e favorire un riavvicinamento al genitore alienato.
5) Reconnecting Family Relationship, (Refare Program): un trattamento sanitario sviluppatosi in Italia (Cosenza, 2018), progettato da due psicologi (Marco Pingitore e Alessia Mirabelli), che ha come obiettivo prioritario il recupero della relazione interrotta tra figlio e genitore rifiutato. L’approccio include un sostegno psicologico al genitore alienato così da identificare le sue risorse interne e al figlio per ristrutturare i suoi vissuti emotivi.
6) La Parental Alienation Support denominazione creata nel 2018 dalla SISF (Società Italiana di Scienze Forensi) per indicare le giornate di in-formazione per gruppi di genitori rifiutati dai minori. Si tratta di incontri costituiti da attività concrete in cui i genitori possono comprendere meglio le dinamiche della PAS e condividere le difficoltà emotivo-pratiche vissute.
In sintesi, riconosciuta una situazione di PAS, è sempre opportuno richiedere un intervento psicoterapeutico con l’obiettivo di ripristinare una corretta relazione (genitore/figlio) e migliorare le dinamiche familiari; il tutto, nell’interesse del minore.
Riflessioni su un caso concreto
Di recente è intervenuta sull’argomento la Suprema Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 9691/2022, suscitando clamore poiché per alcuni avrebbe decretato la fine della PAS nei Tribunali minori. Il caso riguardava una madre che era stata dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale nei confronti del figlio, per il quale era stato disposto il trasferimento in una casa-famiglia, con conseguente interruzione di ogni rapporto con la madre e la sua famiglia al fine di ristabilire quanto prima la frequentazione con il padre.
In tal caso la Corte di Cassazione evidenzia che devono essere tutelati sia l’interesse del minore che il diritto alla “bi-genitorialità” e che quindi va analizzata la condotta del genitore “alienante” al fine di individuare se possa aver leso il rapporto tra il figlio e l’altro genitore.
Inoltre secondo la Cassazione non può essere utilizzato l’uso della forza fisica diretta a sottrarre il minore alla madre e al luogo in cui vive, per eseguire il trasferimento in casa-famiglia poiché si tratta di una “misura non conforme ai principi dello Stato di diritto e perché prescinde del tutto dall’età del minore, ormai dodicenne, non ascoltato, e dalle sue capacità di discernimento, e potrebbe cagionare rilevanti e imprevedibili traumi per le modalità autoritative che il minore non può non introiettare”; ponendo problemi “anche in ordine alla sua compatibilità con la tutela della dignità della persona”.
Sono da privilegiare le misure economiche nei confronti del coniuge che “dolosamente o colposamente si sottragga alle prescrizioni impartite dal giudice”.
In conclusione è sostanziale affermare il diritto di ogni bambino alla “bi-genitorialità” e ad una crescita equilibrata e serena. La volontà di due adulti di separarsi non deve avere alcuna ripercussione negativa sui bambini nati dalla loro unione.
E’ necessario spiegare prima ai bambini e poi all’adulto, che la separazione è un atto di amore verso la vita e verso se stessi perché ognuno deve avere il diritto di vivere serenamente e godere di una relazione d’amore autentica.
La violenza psicologica è molto più subdola e pericolosa di quella che lascia ferite o cicatrici visibili agli occhi delle persone. Proprio per questo il fenomeno della PAS, e tutte le informazioni sulla sua prevenzione, deve essere conosciuto e studiato poiché la vittima principale, diversamente da quanto si potrebbe pensare, non è l’adulto alienato bensì il bambino che deve essere sempre tutelato.
Dott.ssa Amanda Chicca
Dott.ssa Cristina Colantuono
Bibliografia
Camerini G.B., Pingitore M., Lopez G. (2016). Alienazione parentale. Innovazioni cliniche e giuridiche, FrancoAngeli, Roma.
Camerini G.B. (2016). L’alienazione parentale. In Gulotta G., a cura di, La scienza psicosociale nell’affidamento dei figli. Giuffrè, Milano.
Gardner R.A. (1998). “Recommendation for Dealing with Parents Who Induce a Parental AlienationSyndrome in Their Children”. Journal of Divorce&Remarriage, 28, 3, 4:1-21.
Gulotta G., Cavedon A., Liberatore M. (2008). La sindrome da alienazione parentale (PAS). Lavaggio del cervello e programmazione dei figli in danno all’altro genitore. Giuffré, Milano.
Montecchi F. (2016). I figli nelle separazioni conflittuali e nella PAS. Massacro psicologico e possibilità di riparazione, II ed. FrancoAngeli, Milano.
Pingitore M. (2019). Nodi e snodi nell’alienazione parentale. Nuovi strumenti psicoforensi per la tutela dei diritti dei figli. FrancoAngeli, Milano.
Sitografia
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Consultato in data Settembre 12, 2022, da mailto:https://www.alienazione.genitoriale.com/evidenze-cliniche-sulla-pas-come-adaptation-disorder-open-journal-of-pediatrics-and-child-health-2021/.
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Pingitore, M. (2018, Aprile 22). REFARE Program -Trattamento Psicologico Alienazione Parentale. Consultato in data Settembre 14, 2022, da https://psicologiagiuridica.marcopingitore.it/refare-program-trattamento-psicologico-alienazione-parentale/2018/04/22/3898/.