Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna! (Shakespeare)

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la violenza contro le donne un problema di salute di proporzioni globali enormi.

Ed infatti si stima che oltre il 35% delle donne in tutto il mondo ha vissuto un’esperienza traumatica di violenza e che la forma più comune di abuso è ad opera di un partner intimo, vissuta da più del 30% delle donne.

Ed il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne diventa un momento indispensabile di riflessione comune.

Le definizioni

Sul sito del Ministero dell’Interno si legge: “è “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà.” (art.1 della dichiarazione ONU sull’eliminazione della violenza contro le donne).

È quindi una forma specifica di violenza, universale in termini di tempo e spazio, trasversale, presente in tutte le età, classi sociali e culture.

In una definizione puramente esecutiva la violenza può essere:

  • Psicologica: spesso precede quella fisica ed è caratterizzata da rimproveri, umiliazioni, limitazioni della vittima, strategie di isolamento, minacce, offese e privazione di indipendenza economica;
  • Fisica: comprendente non solo atti fisici veri e propri ma anche minacce degli stessi;
  • Sessuale: si considerano le situazioni in cui la donna è costretta a subire o fare, contro la propria volontà, atti sessuali di diversa natura (stupro, tentato stupro, rapporti sessuali con terzi, attività sessuali degradanti e umilianti).

Gli effetti

È immediato pensare ai danni fisici in seguito alla violenza ed agli effetti psicologici: senso di colpa, autosvalutazione, vergogna, impotenza appresa.

Sono presenti, inoltre, disturbi somatici come tachicardia, difficoltà a deglutire, disturbi gastrointestinali, tutti identificati come conseguenza dell’alto livello di stress subito.

Le conseguenze a lungo termine sono: il Disturbo Post – Traumatico da Stress, Disturbi d’ansia e Depressione.

La tutela

La legge contro la violenza di genere si fonda su tre principali obiettivi:

  • prevenire tutti i reati relativi alla violenza;
  • punire i colpevoli;
  • proteggere le vittime.

Questi punti sono in linea con il tema principale della Convenzione di Istanbul (2011), il primo documento internazionale che è anche giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta contro tutte le situazioni che violano i diritti umani e mostrano una qualsiasi forma di discriminazione.

Nonostante tutto questo possa sembrare scontato è solo da qualche decennio che il fenomeno della violenza sulle donne, in particolar modo quella domestica, è mutato da “questione privata” a “questione pubblica”.

Questo passaggio è dovuto a tre fattori principali:

  • la maggiore sensibilità pubblica;
  • l’emergere dei movimenti femministi;
  • l’affievolirsi del tradizionale modello di società fondata sul consenso.

Nonostante ciò, ancora oggi, le violenze nei confronti delle donne sono sottostimate.

Per quale motivo?

Perchè non tutte le vittime denunciano la violenza, né la rendono nota. Frenate dal senso di colpa e di imbarazzo, dai pregiudizi, dagli stereotipi e bias morali che caratterizzano troppo spesso l’ideale pubblico.

La società ha creato una gerarchia normativa delle vittime. E allora non ci si scandalizza se una donna che per anni non ha denunciato il marito per le percosse subite ora è stata uccisa.

Risulta, quindi, necessario, anche oggi, nel 2019, nelle società più moderne ed emancipate istituire la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che sollecita i governi, le organizzazioni e le ONG a provvedere attivamente alla sensibilizzazione sul tema. Non una data casuale bensì scelta in memoria dell’assassinio delle sorelle Mirabal, esempio di attivismo politico nella Repubblica Domenicana.

Quali consigli?

Alcuni consigli sono da tenere sempre a mente:

  1. Riconoscere la pericolosità dell’altro, anche se è il partner;
  2. Ammettere di essere vittima di violenza e prendere coscienza dei vissuti negativi che ne conseguono;
  3. Prendere consapevolezza e fiducia in sé;
  4. Chiedere aiuto.

A chi rivolgersi?

  • Ai centri antiviolenza presenti sul territorio ed ai relativi professionisti specializzati in grado di fornire aiuto, supporto e tutela;
  • alle Forze dell’Ordine per sporgere denuncia o richiedere un immediato intervento;
  • ad un avvocato specializzato in diritto penale.

 

E la cosa più importante: NON SEI SOLA!

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Elisa Zamparelli

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