La Psicologia Giuridica
La psicologia giuridica ha come oggetto di studio il diritto e la giustizia, come organizzazione e come campo di attività centrato sulle decisioni dei giudici e sugli interventi tecnici collegati ad esse; pertanto, costituisce un ambito disciplinare complesso che valorizza approcci di taglio psicologico sociale. Nasce con una funzione di risposta a precise domande formulate dal settore della giustizia e del diritto in generale.
I campi di applicazione della psicologia giuridica sono in continua espansione, adeguandosi alla molteplicità dei cambiamenti che avvengono in ambito sociale e giuridico.
Lo psicologo giuridico è quindi uno psicologo che utilizza gli strumenti diagnostici e di intervento propri della psicologia, ma sempre considerando la complessità del contesto interdisciplinare nel quale opera. È fondamentale che abbia fatto un percorso formativo che gli consenta di conoscere le leggi e il contesto culturale e professionale in cui gli operatori del diritto si muovono e aver sviluppato esperienza nei vari ambiti forensi. Deve riuscire a mantenere costante la capacità di riflettere sui propri modelli interpretativi ed operativi contestualizzandoli, poiché anche le più tradizionali attività psicologiche, come la diagnosi, assumono un carattere del tutto peculiare se inserite nel contesto giuridico.
All’interno dei vari campi applicativi della psicologia giuridica, troviamo:
- La psicologia legale consente una lettura psicologica del testo ed una sua modificazione in base alle necessità di cambiamento sollecitate dalla società e dall’evoluzione delle scienze psicologiche. Essa costituisce un tentativo di leggere psicologicamente alcune norme, di soffermarsi su alcune categorie giuridiche e di interrogarsi su quali siano i presupposti, gli assunti che le caratterizzano. Attualmente, la psicologia legale ha esteso i suoi confini ed interessi oltre i tradizionali settori penitenziari e processuali, occupandosi di altri ambiti normativi relativi alle tossicodipendenze, alla malattia mentale, al settore minorile soprattutto per quel che concerne la tutela dei minori e il diritto di famiglia (De Leo, Pedata, 2004).
- La psicologia giudiziaria e forense che studiano gli attori processuali. Si occupa dei fattori rilevanti ai fini della valutazione giudiziaria e che quindi risponde ai quesiti ed alle richieste specifiche del giudice, del pubblico ministero o degli avvocati in sede peritale. Lo psicologo giuridico, in questo ambito, è chiamato anche a valutare aspetti legati alla “responsabilità” sotto il profilo psicologico (in campo minorile) e alla “pericolosità sociale” dell’imputato.
- La psicologia criminale si occupa dello studio dell’agire deviante, analizza il crimine e il rapporto tra questo e il suo autore; esamina i concetti e le rappresentazioni di criminalità e di devianza (anche minorile); ipotizza e valuta i modelli di analisi e le teorie interpretative.
- La psicologia penitenziaria, detta anche psicologia rieducativa, cioè una psicologia che applica le decisioni giudiziarie per produrre gli effetti che le sentenze richiedono. Ci sono obiettivi previsti dalla norma che hanno contenuti psicologici importanti: fra gli altri, il concetto di trattamento, osservazione, sostegno, eccetera. Vengono quindi studiati i metodi, l’utilità, nonché gli effetti del trattamento (e della pena) sull’individuo.
- La psicologia giuridica finalizzata alla tutela dei minori, che studia e valuta le condizioni/situazioni problematiche e a rischio in età evolutiva in ambito civile (separazione, affido, abbandono, adozione, audizione, gravidanza, consenso al matrimonio, in riferimento al benessere e alle capacità dei minori) e in ambito penale (maltrattamento e abuso, capacità e attendibilità della testimonianza, capacità di prestare il consenso); l’opera dello psicologo giuridico è essenzialmente prestata attraverso consulenze tecniche, ma anche con lo studio e la ricerca di modelli operativi e interpretativi.
- La psicologia giuridica civile forense si occupa dei fattori psicologici che emergono nelle dinamiche processuali al fine della decisione giudiziaria; è utilizzata nel valutare la capacità di agire nei casi di interdizione, inabilitazione, capacità testamentaria, identità psicosessuale, valutazione del danno biologico ed esistenziale (anche nei casi di mobbing).
- La psicologia giuridica nella mediazione dei conflitti costituisce nel nostro Paese un’area emergente che tradizionalmente ha trovato applicazione al campo familiare e successivamente si è ampliata in ambito penale. Lo psicologo giuridico, in questo ambito, è chiamato a favorire, nelle persone coinvolte, l’espressione delle proprie divergenze e il confronto delle diversità di posizione, potenziando la capacità di trovare accordi che possano essere condivisi e assunti responsabilmente, poiché corrispondenti alle esigenze emerse da entrambe le parti.
- La psicologia investigativa rappresenta anch’essa un ambito in espansione, dove lo psicologo giuridico può essere chiamato, in qualità di consulente, fin dal momento delle indagini sui fatti accaduti, con compiti di ricerca delle fonti di prova e funzioni di carattere investigativo (legge 7 dicembre 2000, n. 397).
La figura dello psicologo giuridico è stata definita solo di recente dall’Ordine degli Psicologi che nel 2003, con la Deliberazione del 20 settembre, ha stabilito dei criteri minimi per l’inserimento di tali professionisti negli Elenchi degli esperti e degli ausiliari dei giudici presso i tribunali:
- anzianità di iscrizione all’Albo degli Psicologi di almeno tre anni;
- specifico percorso formativo post laurea in ambito di Psicologia giuridica e forense;
- specifiche competenze relative alle aree di svolgimento dell’attività (clinica, psicodiagnostica, del lavoro e delle organizzazioni, ecc.).
Per operare nell’area dell’età minore sono necessarie particolari competenze relative alla Psicologia dello sviluppo e alle dinamiche della coppia e della famiglia.
Centro di Psicologia Giuridica
Il Centro di Psicologia Giuridica fa parte dell’Istituto per lo Studio delle Psicoterapie con sede a Roma in Via San Martino della Battaglia n. 31.
Da anni i nostri professionisti ed esperti offrono consulenze nei vari campi della psicologia giuridica garantendo prestazioni professionali e competenti in ambito civile e penale.
Le principali aree di nostra competenza sono:
- Valutazione dell’imputabilità
- Valutazione della pericolosità sociale
- Valutazione della personalità del minore autore di reato
- Valutazione dell’attendibilità della testimonianza
- Audizione protetta di minore
- Incontri protetti
- Trattamento della vittima e dell’autore di reato
- Mediazione penale
- Affidamento di minore
- Mediazione familiare
- Valutazione del danno biologico ed esistenziale
- Indagine psicodiagnostica per la finalità pensionistiche
- Indagine psicodiagnostica per l’idoneità al porto d’armi
- Riattribuzione di sesso
Il Centro mira a promuovere il lavoro di equipe e di collaborazione tra professionisti qualificati che mirano al raggiungimento degli stessi obiettivi finali.
I nostri professionisti, riconoscendo la dinamicità e la complessità della materia, continuano la loro formazione professionale, anche per questo, ormai da parecchi anni il Centro svolge attività di ricerca anche in collaborazione con l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, con la Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, in diversi ambiti della psicologia giuridica (la personalità dei sex offenders, la devianza minorile, la testimonianza infantile, la devianza minorile, la devianza minorile in gruppo, il fenomeno dei serial killer, ecc.).
Linee Guida
Ascolto dei minori nelle separazioni e nei divorzi
Il principio della bigenitorialità fu introdotto nell’ordinamento giuridico italiano con la legge n. 54/2006, garantendo al minore dei rapporti continuativi ed equilibrati con ciascun genitore e con i vari componenti del nucleo familiare di appartenenza anche in caso di separazione e/o divorzio dei genitori. Inoltre, la normativa ha sancito l’importanza dell’ascolto dei figli di età maggiore ai 12 anni. La pratica è affidata ai magistrati, i quali in caso di necessità possono integrare le competenze giuridiche con quelle psicologiche cliniche, avvalendosi dell’ausilio di esperti in ambito psicologico.
L’ordinamento giuridico e la giurisprudenza di merito riconosce l’ascolto del minore come un “diritto del bambino”. Il bisogno di una collaborazione ed integrazione tra le due discipline nasce dalla comune necessità che il bambino venga ascoltato.
Questo principio fa riferimento alla Convenzioni sui diritti dei minori, secondo la quale i minori sarebbero soggetti partecipi nelle decisioni che possono influenzare la loro vita, riconoscendo a pieno titolo i loro diritti civili, economici, politici e sociali (Atwood, 2003; Elrod, 2007).
Da parte di giuristi e psicologi vi è accordo sul fatto che i bambini vogliono essere attivamente partecipi alle decisioni riguardanti la separazione dei genitori. La partecipazione dei minori ai procedimenti di separazione dei genitori è positivamente correlata alla loro capacità di adattarsi alle nuove configurazioni familiari (Butler, Scanlon, Robinson, Douglas, Murch, 2003) permettendo loro di riprendere il controllo sulla loro quotidianità. L’ascolto del minore, inoltre, consentirebbe agli adulti di focalizzarsi sui loro bisogni riducendo l’intensità e la durata del conflitto genitoriale e incrementando la collaborazione fra i genitori e i professionisti competenti (McIntosh, Wells, Long, 2007). Psicologicamente è possibile affermare che la partecipazione del minore al processo civile accrescerebbe la loro resilienza, il senso di autostima e di controllo migliorando la relazione con i genitori (Kelly, 2002; Pryor, Emery, 2004).
Discussion3 commenti
Salve
Sarei interessata al master in psicologia giuridica.
Il mio cell 333 20 92 146
Salve mi chiamo Arianna borelli 3477798233 @:ariannaborelli@libero.it e sarei molto interessata a frequentare il corso da voi proposto in
Psicologia Giuridica, vista i miei innati interessi e indole Vs la attività investigativa, di profiling dell’ipotetico criminale sia esso seriale, potenziale o individuale.
Per anni ho approfondito autonomamente questi temi ma ad oggi vorrei dedicarmici in maniera ufficiale compatibilmente Con impegni di attuale professione (sono Infermiera laureata di sala operatoria e rianimazione, ho partecipato a rilievi autoptici e autopsie in qualità d iscritta a vari master proposti dalla mia università di Bologna.
Ho una prima laurea ottenuta a 23 anni in economia aziendale vecchio ordinamento con percorsi giuridici).
Spero in Vs cortese e positivo riscontro d poter accedere al Vs corso per decidere nel più breve tempo possibile
Arianna
Grazie per l’interesse Arianna, le abbiamo mandato una mail a riguardo. ci faccia sapere