7 febbraio, giornata contro il bullismo e il cyberbullismo

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Approfittiamo oggi per ricordare due fenomeni che ormai costituiscono una vera e propria piaga sociale: Bullismo e cyberbullismo.

Ed è giusto onorare questa ricorrenza ribadendo alcuni concetti importanti per permettere a chiunque di riconoscerne i sintomi ed intervenire per interrompere queste situazioni.

Secondo Olweus (1993) il bullismo è costituito da tre componenti principali:

1) aggressività di un soggetto definito bullo verso una vittima,

2) ripetizione nel tempo di tali comportamenti aggressivi,

3) squilibrio di potere.

Smith e Sharp (1994) propongono, inoltre, il concetto di “abuso sistematico di potere”: tra pari, infatti, si vanno a delineare dei comportamenti di abuso di tipo verbale (minacce, offese, ecc…), fisico (pugni, calci, ecc…) ma anche psicologico (per esempio cercando di isolare la vittima dal resto del gruppo con calunnie e pettegolezzi), ossia un bullismo relazionale; quest’ultimo mina l’autostima e anche le relazioni sociali di chi ne è vittima, che sviluppa un’immagine di sè come incapace.

La vittima, inoltre, in genere è più debole mentalmente e fisicamente rispetto al bullo e si trova così in balìa del suo aggressore, il quale ha tutta l’intenzione di provocare un disagio o un danno.

Per quanto riguarda le modalità di attuazione, le prepotenze fisiche sono solitamente agite da soggetti di sesso maschile, mentre quelle psicologiche da soggetti di sesso femminile.

Il fenomeno del cyberbullismo è un’ulteriore forma di prevaricazione che avviene attraverso i moderni dispositivi tecnologici come gli smartphone o i computer e che può per questo avvenire anche in forma anonima.

La diffusione del fenomeno e le sue conseguenze

Già nel 2015 l’Istat riportava che tra le persone minorenni il bullismo e il cyberbullismo sono altamente frequenti: più della metà degli under 18 ha subìto una qualche forma di violenza o prevaricazione, il 19,8% subisce bullismo più volte al mese, mentre il 9,1% subisce bullismo con cadenza settimanale. Sono purtroppo molto frequenti anche i suicidi o i tentativi di suicidi nelle vittime, proprio per le difficoltà nel chiedere aiuto.

Nel 2018 Cicalese dichiara invece che le vittime sono prevalentemente di sesso femminile.

Come nasce il bullismo?

All’origine del bullismo vi è spesso un ambiente troppo permissivo e tollerante che può portare un futuro bullo a sentirsi onnipotente: la scarsità di regole in famiglia è infatti un fattore di rischio che porta il bambino a non maturare un sufficiente autocontrollo.

L’aggressività del bullo può nascere anche da meccanismi di identificazione con caregiver aggressivi che lo portano ad apprendere per osservazione questo modo di reagire. In alcuni casi, il bullo smette di tormentare la vittima se questa mostra di saperlo gestire in modo efficace e non aggressivo: in tal modo, il bullo interiorizza un tipo di risposta che egli stesso può mettere in atto con dei genitori maltrattanti.

La vittima di bullismo in genere ha una bassa autostima, un carattere pauroso, può avere scarse competenze sociali. In famiglia può subire aggressività ed esserne anche compiacente, oppure può sviluppare l’idea di doversi sentire debole per non dare un dispiacere ai genitori. Vive un passato ed un presente quindi in cui non viene aiutato a sviluppare autonomia e sicurezza di base.

Come contrastare tale fenomeno?

Un fattore di protezione rispetto al bullismo potrebbe essere l’adozione da parte dei genitori di uno stile genitoriale autorevole e di uno stile comportamentale affettivamente competente. Modalità che accrescono le abilità socio-relazionali e rinforzano le strategie di coping.

Si ricorda infine che contro il cyberbullismo esiste una legge specifica che consente a ciascun minore con più di 14 anni di richiedere la rimozione dei contenuti diffusi su internet al gestore di un social network, il quale dovrà provvedere a farlo entro 24 ore. Se ciò non accade, si può presentare la stessa richiesta al Garante per la protezione dei dati personali.

Dott. Rocco Giuseppe Rettura

Dott.ssa Cristina Colantuono

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