15 maggio- GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA FAMIGLIA

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È dal 1994 che il 15 Maggio si celebra la Giornata Internazionale della Famiglia, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

L’Onu considera infatti la famiglia come il “fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri”.

Nell’ordinamento giuridico italiano la norma cardine che riguarda la famiglia è collocata nella Costituzione, all’articolo 29: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Una istituzione che prende vita attraverso diversi modelli di riferimento, la cui struttura e funzioni mutano attraverso epoche e società.

Sempre parlando di famiglia, tra i provvedimenti legislativi va ricordata la Legge 20 maggio 2016, n. 76: Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze”, che riconosce a due persone maggiorenni dello stesso sesso il diritto di costituire una unione civile. Non ci sono quindi più divisioni dettate da orientamenti, pregiudizi, ideologie. Famiglia è unione e anche la legge lo sancisce.

Tanti elementi nella parola ‘famiglia’

Un patto, tacito o meno, dal quale nascono e si sviluppano molteplici elementi, quelli di tipo economico come bollette da pagare, spese previste o impreviste, mutui e poi ci sono gli elementi caratteristici del mondo affettivo, perché è nella famiglia che si muovono ed agiscono i cosiddetti ‘attori’ della relazione.

Dal punto di vista psicologico, può essere definita come il luogo primario ed insostituibile delle relazioni di fiducia essenziali per proteggere lo sviluppo di altri esseri umani.

Grazie alla famiglia possiamo diventare ciò che siamo.

È anche vero che ogni uomo ha più famiglie, quella in cui è nato e in cui ha imparato cosa significa relazionarsi con il mondo; quella che si forma con una relazione affettiva importante; quella degli anni del tramonto della vita.

Se grazie a Minuchin è possibile definire la famiglia come “un gruppo naturale che sviluppa certi schemi di interazione” (Minuchin, Fishman, 1981), si può anche affermare che è la famiglia stessa che deve consentire l’individuazione dei singoli pur conferendo loro un senso di appartenenza. La famiglia non può essere intesa quindi come la somma delle singole parti: la sua natura è in evoluzione continua in relazione al percorso dei singoli, all’interazione col contesto circostante, agli eventi di vita. Ogni famiglia lascia, nell’animo e nei comportamenti dei suoi componenti dei segni indelebili, sia in senso positivo che negativo.

Sembra quasi ricordare l’immagine dell’albero: vive e si origina dalle radici, nascoste in profondità, poi cresce grazie al tronco robusto e infine si sviluppa in altezza con l’insieme dei rami e delle foglie, che formano la chioma. Potrebbe esserci una parte senza l’altra?

Famiglia e Personalità: quale legame?

Le interazioni familiari influenzano due sistemi: quello emozionale, che guida l’espressione delle manifestazioni emotive e quello delle rappresentazioni mentali, che regola il comportamento.

La psicologa Virginia Satir riconosceva l’importanza della famiglia di origine nel formare la personalità e osservò le differenze tra una famiglia sana, funzionante e una disfunzionale. Una sana vita familiare comporta manifestazioni d’affetto aperte e reciproche. Lo stile affettivo genitoriale è il perno attorno al quale si sviluppa la vita emotiva dei figli: uno stile affettivo prevalentemente accettante e responsivo sarà il porto sicuro dal quale partire per esplorare nuove terre ma anche il luogo in cui poter tornare quando se ne sente il bisogno.

Quando i membri di una famiglia sono incapaci di esprimere apertamente emozioni e affetto, allora emergono ruoli di personalità, anziché identità autentiche: ad esempio l’accusatore, ossia il familiare che critica e trova continuamente difetti, il pacificatore, ossia quello compiacente, il livellatore, ossia il comunicatore onesto e diretto.

Tutto ciò crea un equilibrio che consente alla famiglia di funzionare ma può soffocare la capacità di ciascuno di esprimere il vero sé stesso, poiché ingabbiato nello stesso ruolo.

La Satir sosteneva che per sbarazzarsi di queste false identità è necessario accettare la propria importanza, il diritto di essere e di valere per diritto di nascita.

Soltanto allora sarà possibile procedere verso un’esistenza gratificante, che inizia con una comunicazione leale, aperta e sincera.

Concludendo, il messaggio più importante che la “giornata della famiglia” deve trasmettere è che l’esigenza di legami emotivi positivi è alla base di un buon funzionamento familiare e quindi individuale, poiché l’amore e l’accettazione sono tra le forze terapeutiche più potenti.

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Chiara Caneschi

 

BIBLIOGRAFIA

Caprara G., Cervone D., Personality, Determinants, Dynamics, and Potentials, 2000

Minuchin S., Famiglie e terapia della famiglia, 1976

Minuchin S., Fishman C.H., Family Therapy Techniques, 1981

Satir V., La Terapia Familiare Congiunta, 1964

Tribulato E., Mondo affettivo e mondo economico, 2017

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