13 aprile – La giornata internazionale del bacio

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Il 13 Aprile si celebra l’International Kissing Day, il giorno internazionale del bacio che arriva con una puntualità che, vista l’emergenza attuale, appare un po’ grottesca.

Sarebbe bello dimenticarsi per un momento del Coronavirus e delle disposizioni di sicurezza ad esso associate in vista di una sicurezza e di una tutela della salute da dover anteporre a tutto.

Ma almeno sulla carta si può festeggiare il Bacio, quello che per Trilussa è “er più ber fiore che nasce ner giardino de l’amore” e perché no, fare buon uso dell’immaginazione per baciare comunque chi è lontano, chi manca o chi si vuole accanto.

 

Ma cosa rappresenta un bacio?

Non è possibile porre in ordine gerarchico le varie tipologie di bacio, tutte intrise di significato: il bacio che si scambiano gli innamorati, il bacio affettuoso tra amici, il bacio amorevole tra genitore e figlio.

Per gli Italiani è abitudine gradita associarlo al saluto ma senza dubbio è un comportamento universale, che si manifesta nel mondo in modi diversi, come già Darwin evidenziava. Ogni cultura preserva una sua simbologia e modalità di bacio: in Giappone baciarsi in pubblico è poco rispettoso, per gli Eschimesi il bacio è strofinarsi le punte del naso.

Baci e neurotrasmettitori: che legame?

Il bacio rappresenta una modalità comunicativa non verbale, forse tra le più evidenti, capace di dare vita a una catena di reazioni biologiche, psicologiche e relazionali.

Ma in assoluto, i primi baci, il primo legame nel quale si sperimenta questa vicinanza intima e calda è nel rapporto madre-bambino: le prime esperienze di amore e sicurezza, per citare il lavoro dello psicologo John Bowlby, possono trovare terreno fertile nel coinvolgimento con la figura di attaccamento per antonomasia.

Ed è la madre il primo volto, il primo calore, il punto di partenza dal quale nasceranno i futuri legami. Si pensi soltanto alla stimolazione attraverso comportamenti simili ai baci, come l’allattamento al seno o con il biberon. Questi primi eventi danno luce a percorsi neuronali nel cervello del bambino ed è così che si associa il bacio con emozioni estremamente gradevoli, che continuano ad essere importanti per sempre, così importanti da essere vitali.

Le labbra sono tra le zone più erogene del corpo ma anche tra le più sensibili e complesse: baciare fa lavorare 35 muscoli facciali, coinvolge 112 muscoli posturali, riduce i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e aumenta l’ossitocina (l’ormone dell’amore e del benessere) che esercita un ruolo primario nel parto.

Baciarsi quindi mette in moto neurotrasmettitori, muscoli e ormoni che a loro volta incidono sul modo in cui si pensa e si sente. A livello fisiologico, grazie ad un bacio, si assiste a: dilatazione pupillare e dei vasi sanguigni, accelerazione dei battiti cardiaci, aumento dell’ossigeno in circolo.

Le informazioni sulle caratteristiche del bacio, come il suo gusto, i movimenti, il calore vengono inviate a una zona di tessuto cerebrale chiamata corteccia somatosensoriale. Secondo la ricercatrice del comportamento umano Helen Fisher, antropologa dell’Indiana University, il bacio è un importante canale informativo che permette di scegliere il partner più idoneo ai fini della riproduzione. Grazie ai baci si raccolgono informazioni chimiche responsabili di quelle aree della corteccia cerebrale che si occupa dei legami sociali.

 

Un po’ di dati

Sherile Kirshenbaum, biologa e autrice di “The Science of Kissing”, ha raggruppato una serie di ricerche sul bacio sottolineando che baciare la propria moglie prima di uscire di casa fa diminuire del 50% la probabilità di fare un incidente con l’auto in quella stessa giornata.

Un’evidenza che non dipende dal bacio in sé per sé ma piuttosto da ciò che trasmette ovvero l’atteggiamento positivo verso la giornata e verso la vita.

Un’altra ricerca sul valore del bacio dal punto di vista femminile, svolta presso il “Department of Experimetal Psychology” dell’università di Oxford ha mostrato che durante il periodo dell’ovulazione, quindi il momento di massima fertilità, le donne avrebbero maggiore capacità di valutare se un potenziale partner ha o meno le qualità genetiche per diventare padre.

Ecco che quindi appare realista e comprensibile che la quarantena lasci in tutti una sgradevole sensazione di “mancanza”, di soddisfare un’esigenza atavica indispensabile per l’essere umano.

Il bacio, una piccola grande fortuna che forse prima passava quasi inosservata ma che pra appare una fortuna che sembra ancora lontana.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Darwin C., P. Ekman (a cura di), Le espressioni delle emozioni nell’uomo e negli animali, 1872.
  2. Di Nuoro S., L’ossitocina: un regolatore per tutte le emozioni? 2016
  3. Wlodarski R., Dunbar RI., Menstrual Cycle Effects on Attitudes toward Romantic Kissing, 2013
  4. Kirshenbaum S., The Science of Kissing, 2011
  5. Jankowiak W.R., S.L. Volsche, J.R.Garcia , Is the Romantic-Sexual Kiss a Near Human Universal? American Antropological Associacion, 2015

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Chiara Caneschi

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