L’inizio della scuola è un momento delicato per genitori e figli: i più piccoli sono sicuramente affascinati dalla presenza dei coetanei, delle attività comuni e della possibilità di giocare. Al contempo però non si sentono ancora pronti del tutto ad affrontare la separazione dai genitori ed ogni mattina è un trauma sia per loro che per gli adulti che devono far prevalere la loro parte più razionale mettendo a tacere quella emotiva che vorrebbe tenerli stretti per sempre.
Nei casi più difficili si parla di un vero e proprio disturbo.
Come si manifestano i sintomi?
A differenza delle sporadiche e lievi preoccupazioni che i bambini possono esperire durante l’allontanamento dai genitori, il disturbo d’ansia da separazione consiste in un’eccessiva paura o ansia riguardante la separazione da casa o dalle principali figure di riferimento che si presenta anche solo anticipando mentalmente l’allontanamento.
Le manifestazioni sintomatiche a livello comportamentale comprendono: il pianto, l’aggrapparsi ai genitori, scatti di rabbia, una difficoltà ad addormentarsi da soli, frequenti incubi di separazione o morte di persone care. Una paura, quest’ultima, molto frequente e giustificata dal fatto che la vita dei più piccoli è condizionata e organizzata in funzione del costante pensiero che possano accadere eventi catastrofici che stravolgono tutto il loro mondo.
Le frasi simbolo sono:
- “Ti prego non lasciarmi da solo”
- “Mamma/papà dove vai?”
- “Ti prego non andare”
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM-5), per poter dichiarare ufficialmente la presenza di questo disturbo, le manifestazioni di paura, ansia o evitamento devono essere persistenti, con una durata di almeno 4 settimane nei bambini e adolescenti e di 6 mesi o più negli adulti.
Chi è vittima del disturbo?
Il disturbo si verifica in proporzione uguale nei due sessi e l’esordio è più frequente in età prescolare ma molti casi hanno inizio intorno ai 10-12 anni e si associano al rifiuto di andare a scuola.
Perché si presenta?
Come in tutti i disturbi d’ansia dell’età evolutiva, le cause sono molteplici ed implicano aspetti neurobiologici, temperamentali, relazionali, affettivi, sociali ed educativi.
In letteratura, vengono indicati come determinanti i fattori ambientali e genetici ed una certa attenzione viene rivolta anche al temperamento, che può incidere sulle peculiari modalità di elaborazione cognitiva dell’informazione che porta il bambino ad essere tormentato da pensieri negativi, sviluppando uno schema cognitivo di sé e del mondo come minaccioso e pericoloso, al punto da doversi difendere e chiedere continua protezione.
Tra i fattori ambientali che possono favorire una tale predisposizione ci sono:
- situazioni familiari fortemente caotiche o connotate da alta conflittualità;
- separazioni precoci e traumatizzanti dai genitori;
- minacce ricorrenti di suicidio o di abbandono da parte dei genitori;
- genitori ansiosi che non riescono a sintonizzarsi in maniera efficace con i bisogni del bambino e che gli trasmettono le loro preoccupazioni.
Come gestirlo?
È importante che il genitore non si allarmi per evitare di trasmettere al figlio la propria preoccupazione ma che ascolti e accolga i suoi sentimenti di timore, parlandone con lui in modo chiaro e frequente. Può essere utile introdurre dei rituali rassicuranti prima del momento del distacco per aiutare il bambino ad affrontarlo meglio e premiare i piccoli risultati che ottiene.
Indispensabile, per non rinforzare l’ansia, è fornire al bambino cure e attenzioni in modo costante e non solo al manifestarsi del disagio.
L’importante è non sottovalutare il disturbo d’ansia da separazione poiché può compromettere lo sviluppo armonico di bambini ed adolescenti ed è sempre consigliabile di chiedere aiuto ad uno specialista che valuti accuratamente la situazione e fornisca strategie utili per prevenire eventuali difficoltà.
Dr. Cristina Colantuono
Dr. Giada Todesco
Dr. Serena Libertino
Dr. Elisa Masini
Dr. Ilaria Sementilli
Dr. Lucrezia Perrucci
Per approfondire
American Psychiatric Association (APA) (2013), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tr. it. Raffaello Cortina, Milano, 2014.