Quante volte davanti ad un successo ci si è convinti che fosse solo frutto di un po’ di fortuna?
Sicuramente a tutti. Quando però tale inferenza comincia a manifestarsi più spesso allora è il caso di farsi una domanda perché potrebbe trattarsi di quella meglio definita come Sindrome dell’Impostore: la credenza secondo la quale i risultati ottenuti non siano merito delle proprie capacità ma il risultato di aspetti esterni come la fortuna o il tempismo.
Da dove nasce questa tendenza?
Solitamente, quest’esperienza psicologica poggia le sue radici in un contesto familiare disfunzionale, ovvero un ambiente caratterizzato da conflitti, regole rigide e figure genitoriali giudicanti e/o svalutanti, dove i figli sono costretti ad attuare dati comportamenti o raggiungere determinati traguardi per sentirsi apprezzati.
Caratteristiche dell’impostore
Sebbene la Sindrome dell’Impostore sia stata riscontrata inizialmente solo nelle donne, negli anni numerosi studi hanno consentito di osservare che non si tratta di una peculiarità esclusivamente femminile, e che presenta caratteristiche analoghe tra i due sessi.
Chi si trova in tale condizione manifesta principalmente due caratteristiche:
- bassa autostima;
- elevata tendenza all’autocontrollo.
Queste, a loro volta, portano la persona a:
- essere ipervigile verso i segnali di disconferma;
- sovrastimare le situazioni che potrebbero dettare un’immagine negativa di sé;
- possedere un dialogo interiore molto severo.
Chi ne cade vittima esperisce un senso di colpa per i traguardi raggiunti, paura del giudizio, sentimenti di indegnità e di incapacità professionale e formativa.
Infine, un altro elemento tipico è l’essere mossi dal desiderio di dimostrare la propria intelligenza. Quando però ciò non è possibile, si provano di conseguenza sentimenti quali impotenza, senso di colpa verso sé stessi, ansia e vergogna.
Chi si percepisce quindi come impostore, poiché soltanto baciato dalla fortuna, tende a mettere in atto specifici comportamenti per evitare di essere “smascherato”.
La tendenza all’ipercontrollo che porta ad un’eccessiva considerazione dei pro e dei contro di ogni compito che viene richiesto.
A ciò si aggiunge un costante tentativo di auto-rassicurazione attraverso il proprio dialogo interiore, che tuttavia non fa altro che rinforzare il controllo.
Inoltre, si tende a chiedere aiuto al prossimo, così da ridurre la quantità di responsabilità e infine, qualora i meccanismi succitati non funzionassero, si ricorre alla delega ed alla rinuncia ai compiti richiesti.
Cosa fare?
Una quotidianità costellata da tali elementi può comportare notevoli difficoltà che, se non trattate, potrebbero sfociare in disturbi più gravi (per esempio Disturbo Ossessivo-Compulsivo o la Depressione). Compiere lo sforzo di soffermarsi ad analizzare i propri comportamenti e pensieri quando si è chiamati a svolgere un compito costituisce, senza alcun dubbio, un’importante strategia iniziale per divenirne consapevoli.
Tuttavia ciò non basta: è fondamentale rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutare ad affrontare tali difficoltà con i giusti strumenti.
Se ti sei sentito chiamato in causa, se ti sei riconosciuto alcuni sintomi, contatta il Centro Clinico al numero 392-4747002 dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 20.00. Un professionista saprà rispondere a tutte le tue curiosità e consigliarti nel miglior modo possibile.
Dott. Simone Cheren
Dott.ssa Cristina Colantuono
Bibliografia
Clance, P.R., Imes, S. A. (1978). The impostor phenomenon in high achieving women: Dynamics and therapeutic intervention. Psychotherapy: Theory, Research, and Practice, 15, 241-247.
Clance, P.R., O’Tool, M.A. (1988). The imposter phenomenon; An internal barrier to empowerment and achievement. Women & Therapy,6,51-64.
Dweck, C.S. (1986). Motivational processes affecting learning. American Psychologist, 41, 1040-1048.
Milanese, R. (2020). L’ingannevole paura di non essere all’altezza. Strategie per riconoscere il proprio valore. Ponte delle Grazie, Milano.