Dipendenza da internet è una causa oppure una conseguenza dell’isolamento volontario?

0

Il termine Hikikomori, letteralmente “stare in disparte”, dalle parole hiku (tirare) e komoru (ritirarsi), rappresenta in Giappone un fenomeno specifico: una persona che progressivamente si ritira dalla vita sociale e si chiude nella sua stanza per giorni, mesi o addirittura anni.

Cause

Il primo campanello d’allarme è suonato circa una quindicina anni fa, nel 2006, anche se se ne parlava già alla fine degli anni ’80 in Giappone. Le cause della volontaria reclusione sono multiple e sono influenzate da aspetti culturali, psico-sociali, economici e dalle dinamiche evolutive della società moderna.

Se per gli hikikomori giapponesi il sentimento che porta a isolarsi dal mondo esterno è principalmente il senso di colpa verso la propria famiglia e verso la comunità, per gli adolescenti italiani risulta invece essere la vergogna e la sensazione di smarrimento che li costringe a chiudersi in se stessi fino all’autoemarginazione totale. In Italia, i soggetti hikikomori condividono con quelli giapponesi più di un aspetto: ritiro sociale da oltre sei mesi, fobia scolastica precedente alla reclusione, aggressività, dipendenza da internet e inversione del ritmo circadiano.

All’inizio sembrava solo un problema inerente alla cultura orientale ma i dati non ufficiali parlano di oltre 100 mila casi in Italia, dei quali per 87,85% del campione selezionato ha un figlio in isolamento sociale di sesso maschile e per la maggior parte di loro risulta in volontaria reclusione da oltre tre anni.

Alla luce di tali dati risulta evidente ce si è al cospetto di un “disagio adattivo sociale” presente in tutti i paesi emancipati ed economicamente sviluppati.

La dipendenza da internet è una causa o la conseguenza della reclusione volontaria?

Le indagini in una fase iniziale sono state avviate principalmente per studiare il fenomeno della cosiddetta dipendenza da internet ma hanno rilevato l’esistenza di una fascia di adolescenti che riduce il proprio rapporto con il mondo alla sola relazione mediatica e talvolta evita anche quest’ultima forma di contatto.

E’ quindi necessario guardare la reclusione hikikomori da una prospettiva diversa: non solo come ritiro nella propria stanza ma piuttosto come allontanamento, fisico e psicologico, dalla propria realtà sociale a quella virtuale.

L’utilizzo di internet ha reso l’autoreclusione qualitativamente differente: il mondo digitale trasmette a questi ragazzi un senso di protezione, una fiducia illusoria, un sentimento di comunità, una bussola nella realtà complessa e frammentata. Chi si ritira dal mondo reale vede in quello virtuale un “mondo possibile” che lo protegge, lo emoziona, lo guida e orienta, diventando quindi tutto quello che il mondo reale non è in grado di offrire.

Come intervenire?

I tempi di trattamento possono variare sensibilmente da caso a caso e spesso dipendono dallo stato psichico del giovane, dal livello del trauma e da quanto tempo è in isolamento.

Considerando che l’autoreclusione prolungata comporta solitudine, incapacità di relazionarsi con gli altri e con il mondo esterno, un gruppo di supporto potrebbe diventare strumento utile di risocializzazione grazie al quale confrontarsi con chi ha lo stesso problema e condividere il disagio così da sentirsi meno soli.

Inoltre, è fondamentale il coinvolgimento della famiglia poiché si ravvisa nel disagio della reclusione il condizionamento da scelte, situazioni, dinamiche e comportamenti di un nucleo che a responsabilità specifiche da analizzare.

Lo stesso mezzo elettronico potrebbe essere utile come strumento di cura, considerando che sono persone che vivono le relazioni online con meno ansia di quelle fisiche e che potrebbero quindi essere più predisposte ad aprirsi con interlocutori sconosciuti.

Conclusioni

Sfiducia nelle istituzioni politiche e civili, disorientamento culturale, economico, lavorativo e sentimentale hanno reso il virtuale attore sociale primario che gli individui oggi traducono in una domanda di rassicurazione e di conforto.

Nell’epoca attuale si è testimoni di un grande cambiamento a livello globale: nella società contemporanea, di fronte a una diffusa incertezza e una crescente individualizzazione, tutte le risorse intangibili e simboliche, come la conoscenza, le relazioni, la comunicazione, la cultura, si fanno più rilevanti, più decisive e più significative.

Il caso Hikikomori, con tutto quello che ne deriva, è ancora oggi motivo di innumerevoli interrogativi e conseguentemente una ricerca a tutto campo, multi-dimensionale, diventa indispensabile.

Dott.ssa Cristina Colantuono

Dott.ssa Iveta Durcekova

Bibliografia

Charmet, G. P. (2018), Isolamento e vita sociale negli adolescenti, Diabasis, Reggio Emilia.

Ricci, C. (2021), Hikikomori: adolescenti in volontaria reclusione, Franco Angeli, Milano.

Zielenziger, M. (2008), Non voglio più vivere alla luce del sole, Elliot.

Sitografia

hikikomoritalia.it

minotauro.it

Lascia una risposta