Demenza per alzheimer e trattamenti riabilitativi: sperare sul limite della ragione

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La malattia di Alzheimer è la più diffusa forma di patologia del sistema nervoso centrale responsabile di demenza. Attualmente, le persone affette da questa patologia a livello globale sono circa 36,5 milioni e il loro numero è inevitabilmente destinato a crescere a causa del progressivo allungamento della vita media e dell’aumento di persone anziane.

La demenza è una condizione altamente invalidante, che costituisce una delle più importanti emergenze che i sistemi sanitari si troveranno ad affrontare nei prossimi anni. La caratteristica principale è la progressiva compromissione di più funzioni cognitive, di entità tale da interferire con lo svolgimento delle abituali attività di vita quotidiana del paziente. Si tratta di una perdita irreversibile, anche se graduale, delle capacità intellettive pre-acquisite, non va dunque confusa con i ritardi mentali, tipici dell’età infantile e dello sviluppo.

Terapie riabilitative non farmacologiche

Da quanto è emerso dall’analisi delle fonti mediche, ad oggi non esistono ancora farmaci per la guarigione della malattia di Alzheimer e neppure interventi che possano prevenire la sua insorgenza, anche se nuovi farmaci sono in fase di ricerca.

Quello che però di positivo si può fare è garantire ai pazienti uno stato di benessere psico-fisico e sociale. Per tale ragione, la ricerca si occupa dei principali interventi possibili per la riabilitazione dei pazienti colpiti dalla malattia, a livello cognitivo, comportamentale ed emotivo, investigando, inoltre, su come il contesto di vita possa favorire, o al contrario sfavorire, il raggiungimento degli obiettivi di riabilitazione prefissati.

La terapia non prevede solo cure farmacologiche ma, a seconda dei casi, anche ulteriori trattamenti che interessano il campo emotivo, sociale, psicologico e comportamentale dell’individuo al fine di rallentare la progressione della malattia e di migliorare la qualità di vita. Si tratta di interventi che agiscono sulla sfera cognitiva, comportamentale, relazionale ed emotiva in pazienti con demenza di grado lieve e moderato, quando la memoria remota è ancora sostanzialmente conservata e le funzioni sensoriali non sono significativamente compromesse.

Gli interventi di riabilitazione cognitiva comprendono numerose tecniche, ciascuna delle quali viene effettuata secondo modalità e protocolli specifici e con l’obiettivo di rafforzare comportamenti positivi e contrastare o limitare le reazioni ed i comportamenti negativi e mal adattivi.

Fra le terapie non farmacologiche assumono una importanza rilevante:

– La Terapia di Integrazione Emotivo-affettiva, E.I.T, che si è andata strutturando negli ultimi dieci anni attraverso le esperienze di terapia sensomotoria, terapia emotivo-affettiva ed espressivo relazionale. È un intervento psicoterapeutico, anche a mediazione corporea, che utilizza il movimento, le sensazioni, le emozioni, gli affetti e le elaborazioni razionali, oltre a quelle intuitivo- istintive.

– La Musicoterapia nella riabilitazione dell’Alzheimer aiuta a rallentare i processi degenerativi e migliora le condizioni generali. L’intervento musicoterapico mira a raggiungere alcuni dei seguenti obiettivi: socializzazione, modificazione dello stato umorale della persona e contenimento di manifestazioni d’ira e di stati di agitazione; contenimento dell’aggressività, riattivazione della memoria musicale ed emozionale: recuperare il presente attraverso la rivisitazione e la riappropriazione dei ricordi.

– La Pet Therapy, il cui scopo è di eliminare uno stato di malattia o ridurne gli effetti negativi sulla salute e più in generale di migliorare la qualità della vita e lo stato generale di benessere, ha mostrato effetti benefici anche sui malati di Alzheimer. In particolare la presenza di animali domestici si riflette positivamente su alcuni parametri comportamentali e cognitivi.

Indipendentemente dalla metodica utilizzata il fine prioritario consiste nel sottoporre il paziente ad una valutazione volta a definire la gravità della demenza, la presenza di disturbi comportamentali, la coesistenza di altre malattie nonché le condizioni sociali ambientali che possono interferire sia positivamente che negativamente con l’intervento. L’Alzheimer, e le demenze in generale, sono tuttavia malattie che comportano per i familiari l’affrontare un vasto e complesso dominio di problemi di tipo: organizzativo, emozionale, economico, assistenziale.

Oggi, l’Alzheimer è priorità della ricerca biomedica, i ricercatori lavorano incessantemente per scoprire quanti più aspetti possibile della malattia e delle forme di demenza correlate.

Dott.ssa Angela Di Perna

Dott.ssa Cristina Colantuono

BIBLIOGRAFIA

DI VIRGILIO MARGHERITA, La malattia di Alzheimer e altre forme di demenza, linee guida per l’assistenza, Franco Angeli, Milano, 2000.

SANCESARIO GIUSEPPE, CALTAGIRONE CARLO, Malattia di Alzheimer e altre demenze. Diagnosi e terapia integrata, Società Editrice Universo, Roma, 2017.

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