Si sente spesso parlare di stress, forse perché influisce sempre di più sulla nostra salute, mentale e psichica.
Ma cos’è, nello specifico, questo fenomeno sempre più frequente nella nostra vita?
È semplicemente un adattamento del nostro corpo ad una pressione o minaccia esterna, attraverso l’uso di risorse fino a quel momento sconosciute. Quindi di base lo stress è positivo, infatti gli agenti stressanti che si incontrano nella vita di tutti i giorni sono nella maggior parte dei casi moderati e, di conseguenza, facilmente gestibili.
Ma allora perché si sente sempre parlare di questo fenomeno con un’accezione negativa?
Perché lo stress diventa negativo quando è prolungato nel tempo, quando diventa cronico, e in questo caso si ha un vero e proprio logoramento delle capacità di resistenza e di adattamento della persona. Esempi di situazioni che possono portare ad uno stress cronico sono: ambiente lavorativo molto competitivo, molestie sul luogo di lavoro, rapporto conflittuale con il partner.
È proprio questo stress negativo quello di cui tanto ci si lamenta in questa epoca moderna e spesso è proprio lui la causa di depressione, ansia, senso d’impotenza, rabbia o di problematiche fisiche come l’insonnia, la gastrite, il colon irritabile, la psoriasi, l’emicrania frequente.
Non tutti però, di fronte ad una medesima condizione stressante, raggiungono gli stessi livelli di disagio e questo perché lo stress dipende molto anche dall’interpretazione che la persona dà a ciò che gli accade.
Questo vuol dire che lo stress può essere aggravato dalla nostra modalità interpretativa, dal momento in cui non subiamo gli eventi in modo passivo ma ne soppesiamo il costo che essi hanno per la nostra persona.
Quindi, come si può fare per condurre una vita senza stress?
Non è possibile! Lo stress non è un fattore eliminabile dalla nostra vita. Come affermava Selye, il primo studioso ad affrontare il concetto di stress, “La completa libertà dallo stress è la morte. Contrariamente a quanto si possa pensare, noi non dobbiamo e non possiamo evitare lo stress, ma possiamo andargli incontro in modo efficace traendone vantaggio, imparando di più dai suoi meccanismi e adattando ad esso la nostra filosofia dell’esistenza” (Selye, 1973, 89).
COME GESTIRE LO STRESS
Più che provare quindi ad eliminare lo stress, si deve imparare a GESTIRLO.
Questo è possibile attraverso l’apprendimento e l’uso del Training Autogeno. Tale pratica è stata sviluppata da J. H. Schultz e consiste in tecnica di rilassamento caratterizzata da un apprendimento graduale di esercizi di concentrazione psichica che permettono il raggiungimento di una condizione di benessere e calma, attraverso la distensione muscolare e psicologica.
È facile quindi comprendere come questi esercizi possano essere utili per ridurre lo stress. Uno dei punti di forza di tale pratica è la sua capacità di generare un allenamento al rilassamento, al controllo di alcune condizioni fisiche e al cambiamento psicologico, attraverso un aumento della capacità della persona di “autosuggestionarsi”, che in prima battuta viene insegnata da un esperto, ma successivamente può essere svolta in completa autonomia.
Il Training Autogeno è una pratica da svolgersi con abiti comodi e in un luogo preferibilmente poco rumoroso e con luci soffuse. Gli esercizi possono essere svolti in posizione sdraiata, seduta o nella posizione del cocchiere. Si suggerisce però, soprattutto nella fase di apprendimento, di scegliere la posizione distesa. Ciò che conta maggiormente è sentirsi comodi e a proprio agio.
Gli esercizi che costituiscono questa pratica sono sei:
- “Esercizio della pesantezza”, molto utile per giungere ad uno stato generale di rilassamento muscolare e permette di prendere coscienza di eventuali tensioni muscolari o di vissuti psicologici che possono creare anche problemi psicosomatici.
- “Esercizio del calore”, che porta a dei cambiamenti al livello della circolazione, aumentando la condizione di rilassamento ottenuta dal precedente esercizio.
- “Esercizio del cuore”, il quale permette di entrare in contatto con la parte del nostro corpo che simbolicamente rappresenta il luogo in cui si generano le emozioni.
- “Esercizio del respiro”, permette di mantenere regolare il respiro nonostante quelle condizioni psicologiche che solitamente tendono ad alterarlo.
- “Esercizio del plesso solare”, questo esercizio aumenta invece il contatto con quelle sensazioni fisiche legate ai sentimenti di accettazione o rifiuto di determinate situazioni. Esso si svolge mettendo la mano sul ventre fino alla parte finale dello sterno per aumentare la consapevolezza ed il contatto con la zona su cui si lavora.
- “Esercizio della fronte fresca”, tale esercizio completa un rilassamento generalizzato e permette una maggiore lucidità e capacità di prendere le decisioni con un giusto distacco emotivo.
Al termine del training è buona norma svolgere degli esercizi di risveglio e di recupero delle normali funzioni vitali.
Ognuno di noi ha i suoi tempi di recupero, che vanno assolutamente rispettati.
Una volta utilizzato il Training Autogeno e, soprattutto, una volta interiorizzato, questo può considerarsi uno strumento utilissimo per affrontare tutte quelle situazioni della vita per noi stressanti.
Dr. Eleonora Beleggia – Dr. Cristina Colantuono
BIBLIOGRAFIA
FARNÈ M. (2001). Lo stress. Bologna: il Mulino.
SELYE H. (1973). The evolution of stress concept. American Scientist, 61(6), pp 9-692.
SHULTZ J. H. (1999). Il Training Autogeno: il training autogeno metodo da auto-distensione di concentrazione psichica. Milano: Feltrinelli.