La Disforia di Genere: Caratteristiche principali e modalità di Intervento

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La Disforia di Genere (DIG) è una disarmonia percepita tra il sesso percepito e quello assegnato alla nascita che genera nell’individuo un significativo disagio ed influisce sul benessere e sul funzionamento globale.

Lo sviluppo dell’identità di genere è complesso: la consapevolezza di sé come maschio o femmina si evolve e può cambiare gradualmente nel corso della vita, sotto un’interazione multifattoriale di fattori biologici (genetici, ormonali), psicologici e ambientali (sociali, culturali). Per la maggior parte dei bambini, l’identità di genere rimane costante e coerente ma altri possono percepire un’incongruenza rispetto ad esso e presentare già tra i 2-3 anni comportamenti stereotipati persistenti e coerenti.

In altri casi, un’identità transgender può emergere nell’adolescenza o nell’età adulta, sotto forma di un forte desiderio per l’anatomia del genere percepito come proprio e un’avversione per le caratteristiche corporee del genere assegnato, senza una storia di non conformità di genere nella prima infanzia. Qualora l’angoscia derivante dall’incongruenza percepita raggiunga i livelli clinici, la diagnosi di DIG, secondo l’attuale DSM 5, è applicabile.

Evoluzione della diagnosi e inquadramento diagnostico

L’inquadramento diagnostico della Disforia di Genere all’interno del DSM è stato, fin dalla sua prima inclusione nel 1980 (DSM-III), fonte di accese discussioni e polemiche: ciò per via della sua visione come disturbo mentale, per i suoi criteri diagnostici, per i suoi obiettivi di intervento terapeutico e per il suo rapporto con l’orientamento sessuale.

Innovazioni successive hanno poi riconosciuto che l’incongruenza tra sesso di nascita e identità di genere non è di per sé patologica e non costituisce un disturbo mentale: l’elemento critico della Disforia di Genere è infatti la presenza di distress clinicamente significativo associato alla condizione.

I criteri diagnostici sono così descritti:

Una marcata incongruenza tra il proprio genere esperito/espresso ed il genere assegnato, con almeno 6 mesi di durata, come dimostrato dalla presenza di almeno 6 dei seguenti punti:

  1. Una marcata incongruenza tra il proprio genere esperito/espresso e le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie (o in giovani adolescenti, le previste caratteristiche sessuali secondarie);
  2. Un forte desiderio di sbarazzarsi delle proprie caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie a causa dell’incongruenza con il proprio genere esperito/espresso (o nei giovani adolescenti, desiderio di impedire lo sviluppo delle attese caratteristiche sessuali secondarie);
  3. Forte desiderio di ottenere le caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie dell’altro genere;
  4. Forte desiderio di appartenere all’altro genere (o ad un genere alternativo diverso da quello assegnato);
  5. Forte desiderio di essere trattato come membro dell’altro genere (o di qualche genere alternativo diverso da quello assegnato);
  6. Forte convinzione di avere sentimenti e reazioni tipici dell’altro genere (o di qualche genere alternativo diverso da quello assegnato).

Inoltre la condizione deve essere associata ad un disagio clinicamente significativo o alla compromissione dell’area sociale, lavorativa o di altre aree importanti del funzionamento.

group of multiethnic friends, with multicolored flag, lgbti rights

Il protocollo operativo

Oggi, nonostante le numerose controversie, sono state progettate modalità di intervento medico-sanitario e trattamenti finalizzati ad attenuare o risolvere l’incongruenza di genere esperita dal soggetto.

Il protocollo operativo è diviso in diversi step ben delineati per durata e frequenza degli incontri, con gli specialisti dei diversi centri che si occupano della Disforia di Genere:

Il primo colloquio, eseguito da uno psicologo clinico, che dovrà:

  • accogliere la richiesta della persona;
  • evidenziare le emozioni, le aspettative e il contesto che hanno portato l’individuo a richiedere un aiuto per intraprendere il percorso di affermazione di genere;
  • illustrare l’iter diagnostico-terapeutico, che sarà poi portato a termine solo attraverso un consenso scritto e valido, indispensabile per la presa in carico dell’individuo da parte del Servizio.

La fase di valutazione psicodiagnostica, solitamente della durata di 6 mesi o più, finalizzata a documentare la presenza di Disforia di Genere tramite i criteri diagnostici del DSM-V e secondo diversi punti di vista: endocrinologico (tre colloqui), psichiatrico (tre colloqui) e psicologico (6 colloqui, uno ogni quindici giorni).

Lo specialista e l’individuo transgender devono discutere sulle implicazioni di tipo psicologico, sociale, fisico, sessuale, professionale, finanziario e legale, a breve e a lungo termine, riguardo le eventuali variazioni di ruolo di genere e riguardo l’utilizzo di interventi medici. Al termine della psicodiagnosi, se viene accertata la presenza di Disforia di Genere vengono elaborate due relazioni, una psichiatrica e una psicologica, che sono poi consegnate ad un medico endocrinologo per permettere l’accesso alla terapia ormonale.

La Real Life Experience (RLE), una fase della durata di 12 mesi circa, in cui ha inizio la terapia ormonale e durante la quale l’individuo transgender vive a tempo pieno personificando il ruolo del genere opposto (vestendosi in linea con il suo sesso psicologico sia nei suoi ambiti privati che sociali e lavorativi), iniziando ad accorgersi progressivamente che il suo corpo sta cambiando. La RLE ha lo scopo di confermare che l’individuo transgender possa funzionare con successo nel ruolo dell’altro genere e che voglia davvero vivere così per tutta la vita.

Al termine di quest’ultima fase vengono rilasciate relazioni sanitarie da parte di medici, psicologi e psichiatri, per attestare la presenza di Disforia di Genere Post-Transizione e tutto il percorso effettuato.

Successivamente, queste relazioni vengono presentate al Tribunale, permettendo a quest’ultimo di approvare la richiesta di riassegnazione del sesso e autorizzando dunque l’individuo transgender ad iniziare il percorso di affermazione chirurgica del genere scelto.

Se hai una laurea in Psicologia puoi approfondire l’argomento frequentando il Master in Sessuologia organizzato dall’Istituto.

Per avere ulteriori informazioni in merito al presente protocollo, è possibile contattare il Centro Clinico ISP al numero 392-4747002 dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 20.00.

Dott.ssa Martina Giordano

Dott.ssa Cristina Colantuono

 Bibliografia

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edition. Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.

World Professional Association for Transgender Health (2012). Standards of Care for the Health of Transsexual, Transgender, and Gender Nonconforming People [7thVersion]. https://www.wpath.org/publications/soc

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