La dipendenza da sostanze: un oscuro tunnel in cui “entra” anche la famiglia

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La tossicodipendenza è una condizione in cui il soggetto si ritrova gradualmente incapace di controllare l’impulso di assumere una sostanza e sperimenta il cosiddetto fenomeno del Craving, cioè l’irrefrenabile e frequente desiderio di assumere la sostanza, nonostante questa provochi danni fisici, psicologici, emotivi e sociali.

Una delle caratteristiche principali delle sostanze stupefacenti è la condizione che provocano negli individui che le assumono: dipendenza sia fisica che mentale. Entrambe queste forme procurano nel soggetto dei danni che si riversano non solo sulla propria vita ma anche su tutto l’entourage familiare.

Quando si parla di dipendenza è importante fare una distinzione tra consumo e abuso di sostanze:

  • il consumo nasce dalla curiosità e dalla ricerca di nuove forme di piacere, con la voglia di sperimentare gli effetti e di fare esperienze;
  • l’abuso di una sostanza, invece, è legato a bisogni profondi, ad un crescente disequilibrio psicologico ed esistenziale, in cui il rapporto esclusivo con la sostanza e gli effetti che produce, conducono ad un coinvolgimento sempre più totale della persona.

Quali sono i segnali rivelatori di una tossicodipendenza

Per la famiglia non è per nulla semplice capire quando il proprio familiare si trova in una condizione di dipendenza e riconoscerlo.

Ci sono situazioni in cui il soggetto viene “protetto” dalle omissioni, negazioni, rimozioni e dalla poca considerazione con la quale viene affrontato il problema, come se si volesse negare la presenza di una condizione seria, che invece non è da sottovalutare.

Ci sono poi le famiglie invischiate, in cui si crea una sorta di negativa “alleanza”, in genere con la madre che, per non disattendere le richieste del figlio, acconsente ad ogni richiesta.

Infine ci sono le famiglie che riconoscono il problema e che hanno la volontà di affrontarlo proprio per il bene del proprio familiare.

Naturalmente non è semplice capire quando ci si trova di fronte ad una situazione di dipendenza vera e propria ma ci sono degli elementi che possono essere di aiuto per capire se un proprio caro sta entrando nel tunnel della droga:

  • cambiamento delle abitudini;
  • difficoltà scolastiche e/o di lavoro;
  • repentini sbalzi di umore;
  • tendenza ad isolarsi;
  • mancanza di progetti;
  • perdita dell’appetito;
  • aumentata assunzione di bevande;
  • occhi arrossati o lucidi o pupille a “spillo”;
  • tendenza ad addormentarsi sempre più spesso.

Questi possono essere solo alcuni “segni” evidenti della presenza di una dipendenza da sostanza. In ogni caso, una volta accertata la dipendenza, è molto difficile che la famiglia sia in grado di gestire autonomamente i tanti problemi che comporta la presenza di un tossicodipendente in casa.

Il ruolo della famiglia nell’insorgenza del disturbo di dipendenza da sostanze

In queste famiglie spesso risulta essere presente un forte senso di colpa: sia da parte del soggetto dipendente, che si autocondanna per aver procurato dolore alla famiglia, deludendo chi lo amava, e sia da parte dei famigliari stessi, che si pongono domande sulle possibili responsabilità, omissioni ed errori.

In letteratura, diversi studi hanno indagato la correlazione tra sviluppo della tossicodipendenza e relazioni affettive all’interno del nucleo familiare. In un recente lavoro, Cirillo, Berrini, Cambiaso e Mazza evidenziano che emerge con chiarezza come la caratteristica che meglio qualifica la tossicodipendenza, isolata come “comportamento sintomatico a sé stante, sia la componente di abbandono affettivo, in vario grado oggettivabile, sperimentata dal soggetto all’interno del percorso relazionale familiare”.

Da ciò si può comprendere che un ruolo fondamentale nello sviluppo della dipendenza lo giocano in primis il sistema familiare coinvolto e le relazioni di attaccamento che il soggetto vive al suo interno. La famiglia è il luogo primario dove si impara a relazionarsi con gli altri e a saper gestire le emozioni, siano esse positive o negative; la presenza di un soggetto che fa uso di sostanze può essere indice della probabile acquisizione di una modalità disfunzionale nella gestione delle emozioni negative.

A volte in queste famiglie non ci sono evidenti problematiche psichiatriche ma ciò non vuol dire che non sussistano dinamiche relazionali malsane che col passare del tempo si sono strutturate e hanno impedito l’acquisizione dell’indipendenza di alcuni membri.

La famiglia: dal disturbo al trattamento e cura

Le famiglie possono diventare supporto attivo per il familiare nella misura in cui si rendono disponibili ad accogliere consigli e suggerimenti nella gestione del loro caro e della sua problematica di dipendenza. Fondamentale è la motivazione: tutti devono essere convinti e motivati ad impegnarsi in modo coerente con il trattamento di disintossicazione, anche a costo di prendere decisioni difficili.

Nel vivere questo dramma, il nucleo famigliare affronta una vera e propria crisi che può sfociare nelle più svariate situazioni: ci si divide nella ricerca di colpe e soluzioni e spesso viene lasciata sola, senza avere strumenti e un supporti adeguati ad affrontare le dinamiche che si vengono a creare tra i diversi membri, che in modo personale affrontano una non semplice e delicata situazione.

È fondamentale, perciò, che venga assicurato un percorso di accompagnamento e di sostegno emotivo ed un aiuto a saper comprendere gli eventi, senza doverli obbligatoriamente controllare, ma imparando a gestirli, non rischiando di rimanere spettatori impotenti.

Sarebbe opportuno, in ogni caso, far sì che le famiglie abbiano sempre al fianco persone, enti e associazioni che conoscano il problema e possano garantire loro un programma rieducativo a medio-lungo termine.

Dott.ssa Anna Bella

Dott.ssa Cristina Colantuono

Bilbliografia

Cirillo, S., Berrini, R., Cambiaso, G., Mazza, R. (2017). La famiglia del tossicodipendente: Tra terapia e ricerca. Raffaello Cortina Editore, Milano.

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