Il sequestro emotivo: quando il cervello va in black-out

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“Quando siamo preda di forti emozioni queste ultime finiscono per prendere il controllo della nostra attenzione e il risultato è che ci fissiamo su ciò che ci turba dimenticando tutto il resto”

(Daniel Goleman)

 

Quante volte si ha come l’impressione che le emozioni prendano il sopravvento sui pensieri?

Quante volte può succedere di sentirsi inondati da un fiume di emozioni?

Che cos’è un’emozione?

L’emozione, o meglio dire l’esperienza emotiva, è un processo multidimensionale in continua evoluzione, articolato in più componenti e con un decorso che evolve nel tempo. E’ proprio questa natura multidimensionale che consente di differenziale l’emozione da altri fenomeni psicologici come le percezioni.

L’emozione viene attivata da un evento/stimolo interno o esterno che pone il soggetto ad agire, al fine di mantenere o cambiare il rapporto con l’ambiente e segnala un cambiamento in lui. Fra le varie componenti ci sono: la valutazione cognitiva di un determinato evento/stimolo, l’attivazione fisiologica (aumento della frequenza cardiaca, respiratoria, sudorazione), le espressioni verbali e quelle non verbali (espressioni facciali, posture).

L’emozione permette la comunicazione intersoggettiva e intrasoggettiva cioè invia un messaggio interno e contemporaneamente lo invia all’esterno.

Differenza fra emozioni primarie e secondarie: lo studio cross culturale di Paul Ekman

Le emozioni primarie sono innate e visibili in ogni popolazione, ecco perché vengono definite universali; quelle secondarie si originano dalla combinazione di emozioni primarie e si sviluppano con la crescita e l’interazione sociale.

E’ stato Paul Ekman a riconoscere l’universalità delle emozioni primarie, dopo aver fatto un viaggio in Nuova Guinea, per studiare gli abitanti del posto e vedere se fosse possibile riscontrare un’analogia tra le emozioni provate da diversi popoli. Gli indigeni, vedendo Ekman mangiare del cibo a loro sconosciuto, rimasero stupiti ed uno di loro fece una strana espressione che l’autore riconobbe: il disgusto.

Da questa evidenza, teorizzò una lista di emozioni primarie:

  1. paura,
  2. tristezza,
  3. gioia,
  4. disgusto,
  5. sorpresa,
  6. rabbia.

A queste aggiunse quelle secondarie: l’invidia, la vergogna, l’allegria, l’ansia, rassegnazione, gelosia, speranza, offesa, perdono, nostalgia, rimorso, delusione.

Goleman e il sequestro emozionale

Un altro autore famoso per lo studio delle emozioni è senza dubbio Goleman che stilò la definizione di “sequestro emozionale” o “Amygdala Hijack”. Un termine che definisce meglio il fenomeno connesso all’incontrollabilità delle reazioni emotive, attribuendo un ruolo cruciale ad una struttura nervosa (l’amigdala).

L’amigdala è una struttura sottocorticale di forma ovoidale appartenente al circuito limbico del lobo temporale (con l’ippocampo e la corteccia orbitofrontale) che ha la funzione specifica di elaborare degli stimoli emotivi. E’ collegata al processo di apprendimento e memoria, gestisce in particolar modo l’emozione della paura ma non produce solo una reazione emotiva considerato che permette anche l’inibizione di alcune condotte.

Il “sequestro emozionale”, in particolare, avviene tramite una reazione emotiva immediata e sproporzionata in relazione allo stimolo che l’ha scatenato, che percependolo come un pericolo lascia che l’emozione prenda il sopravvento sul sistema limbico, mandando in “black-out” la mente. Questo sequestro avviene in pochi secondi e crea una reazione immediata di mancato controllo razionale, l’amigdala si scollega dal resto del cervello e viene meno la capacità di dare un significato emotivo a quello che si prova.

Cosa fare in caso di sequestro emotivo?

Per non lasciare che il cervello vada in “corto-circuito” è importante:

  1. allenare la conoscenza di sé e del proprio limite, prendendo dimestichezza con le proprie reazioni;
  2. mantenersi più lucidi possibili per tenere sotto controllo i sintomi fisiologici che si manifestano in caso di agitazione come: sudorazione, sensazione di calore, aumento del battito cardiaco…
  3. dare sempre un nome a quello che si prova così da razionalizzarlo ed evitare reazioni istintive;
  4. mettere in atto una strategia per affrontare l’evento scatenante, controllarlo e renderlo “innocuo”.

Sono dei consigli che possono apparire complicati ma il segreto è nella pratica e soprattutto nella motivazione: si può diventare padroni di sé stessi senza cadere vittime, passivamente, di situazioni che poi si trasformano in senso di colpa o vergogna, se non peggio!

 

Dr. Cristina Colantuono

Dr. Claudia Giglietta

 

Per approfondire

Ekman P., Te lo leggo in faccia. Riconoscere le emozioni anche quando sono nascoste, Amrita, Torino (2008).

Goleman D., Inteligencia emocional, Kairos, Madrid (1996).

Zorzi M., Girotto V., Fondamenti di psicologia generale, Il Mulino, Bologna (2004).

Discussion2 commenti

  1. Gabriella Calderai

    Vorrei sapere se il blackout our è neurologico o psicologico. Mio figlio ha delle cadute di confusione mentale ma è sempre presente risponde giusto., ha sudorazione e tachicardia agitazione incontrollata. Come si può chiamare dall’elettroencefalog. Nn risulta niente, nei limiti.

    • isp

      Se non ci sono basi fisiologiche, allora è psicosomatica ed un colloquio con uno psicologo può sicuramente essere un aiuto importante.
      Chiami il centro clinico ISP per un primo colloquio gratuito

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