Riflettere sul tema dell’etica è fondamentale per chi si avvicina al mondo professionale della psicologia e/o psicoterapia.
Cosa si intende per etica?
L’etica rimanda a quel “sapere” che è in grado di indirizzare qualsivoglia professionista a capire quali siano i comportamenti più corretti da seguire per garantire un servizio di qualità professionalmente elevato ed anche umanamente qualificato.
Facendo un passo indietro nella storia, il termine “etica” viene introdotto da Aristotele per indicare quella parte della filosofia che studia i criteri in base ai quali l’uomo valuta i propri comportamenti e le proprie scelte in funzione del proprio agire. L’atto morale che ne consegue è il risultato del rapporto tra il comportamento ed i valori che lo orientano.
Il concetto di etica si trova anche in Socrate il quale, per esempio, ne parla come un “agire secondo retta via” e dedica la sua vita alla ricerca della virtù, “Aretè”, intesa come una sintesi esistenziale fatta di onestà, giustizia, benevolenza e generosità. Socrate esorta a mettere al primo posto la bellezza interiore della “psyche” e a sviluppare un “retto sentire”, quel sentimento maturo che non si preoccupa delle proprie prestazioni sociali, del successo materiale e non vive sulle aspettative degli altri ma piuttosto si preoccupa di curare la propria interiorità.
Socrate non solo afferma che bisogna occuparsi dell’anima perché questa diventi il più possibile buona, pulita, onesta, trasparente, vera, bella e buona ma parla anche di istruzione ed educazione, intese come preparazione e insieme di strumenti, per educare ad un pensiero e ad un comportamento etico, costruire una virtù a servizio dell’anima.
Sulla stessa linea troviamo gli insegnamenti del Budda, di Confucio e di Gesù Cristo.
Parlare di etica, dunque, implica il far riferimento al sistema valoriale individuale, alla crescita interiore ed ai principi di giustizia applicati alla realtà.
Riprendendo un intervento in una conferenza tenutasi presso la Casa della Psicologia (Milano, 2019), l’aspetto etico potrebbe essere metaforicamente paragonato ad una pesca, formata da un nocciolo molto duro e da una polpa succosa e morbida. Sia il nocciolo che la polpa sono elementi fondamentali per questo frutto: il nocciolo duro rappresenta i pilastri della deontologia, i punti fissi irrinunciabili senza i quali il discorso etico non può esistere. La polpa invece, sfumata, rappresenta la parte più ricca di domande che di certezze, che si basa sull’esperienza del professionista, sui suoi valori, sulla capacità di autoriflessione, sulla capacità di comunicare sentimenti e rispettare i limiti personali ed altrui. Il nocciolo rappresenta quindi la deontologia e il codice deontologico, intesi come l’insieme dei valori, dei principi e delle buone consuetudini che diventano regole condivise da un gruppo professionale, e alle quali ogni professionista dovrebbe ispirarsi nel momento in cui esercita il proprio mandato. In sintesi, le regole di condotta da rispettare nell’esercizio dell’attività professionale.
L’importanza dell’integrazione
In generale, qualsiasi codice deontologico, per quanto ben strutturato, non può riuscire a mappare la complessità e la varietà dei dilemmi esistenti sull’argomento.
Su un terreno che si trasforma così rapidamente, psicologi e psicoterapeuti si ritrovano con questioni etiche complesse, per le quali non esiste una risposta semplice o immediata: nella pratica quotidiana ricorrono continuamente dilemmi e scelte che il professionista affronta all’interno del paradigma teorico e pratico scelto, attraverso la propria formazione e attraverso il confronto con la comunità professionale.
Per questo motivo, l’etica individuale è da considerarsi come una preziosa risorsa da mettere in campo nella relazione d’aiuto, che prescinde dall’atto professionale, riguardando la persona in toto; una risorsa necessaria ma tuttavia non sufficiente: ecco perché avere un punto di riferimento come il codice deontologico è fondamentale per garantire un servizio professionale di alta qualità, per tutelare il rapporto di fiducia tra psicologo e cliente, per tutelare il professionista nei confronti dei colleghi, per tutelare il gruppo professionale e per identificare le responsabilità nei confronti della società.
Dott.ssa Veronica Barucco
Dott.ssa Cristina Colantuono
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Mancuso, V. (Dicembre 2020). Uomini e Profeti (estratto da), lezione radiofonica. Radio 3.
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Ordine degli Psicologi del Lazio (a cura di) (2013). Etica, competenza, buone prassi. Lo psicologo nella società d’oggi. Raffaello Cortina Editore.
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