Quando perdiamo qualcuno di caro ci ritroviamo ad affrontare una grande sofferenza; in norvegese la parola “lutto” è tradotta con “strappo” e “rottura” e questo rende l’idea di quello che si prova soprattutto se la scomparsa avviene in modo improvviso e inaspettato: è paragonabile ad una esperienza di mutilazione che ci fa sentire privati di parti insostituibili e irrecuperabili della nostra vita.
Proprio la consapevolezza di aver perso in modo definitivo una persona amata spiega come mai, nonostante il dolore, tendiamo comunque a non separarci dal lutto. C’è anche una sorta di ironia in tutto questo, dal momento che solitamente tendiamo a rimuovere i ricordi.
Il lutto invece no, lo conserviamo e lo difendiamo dall’oblio, perché in fondo è il modo per mantenere il legame con la persona che ora non c’è più. Spesso si tratta di preservare in noi un vuoto che non si vuole riempire, per difendere lo spazio e la memoria di chi abbiamo perso[1].
L’elaborazione del lutto è uguale per tutti?
No, alcune persone possiedono sufficienti risorse interiori e adeguato sostegno sociale per affrontare in modo adattivo questa situazione, altri sono più vulnerabili e possono incorrere in disturbi somatici o mentali duraturi fra cui un quadro di lutto complicato[2].
Le reazioni ad un lutto possono essere diverse per intensità e durata. Il vissuto del lutto si sviluppa attraverso un processo che prevede un andamento a “singhiozzo” o per altri ”alti e bassi” con l’oscillazione del soggetto tra consapevolezza e rimozione della realtà perduta.
In questo contesto possono svilupparsi diversi disturbi che possono variare da alterazioni appena percettibili a profondi stati di angoscia e di comportamento disfunzionali[3].
Il lutto normale
Nel lutto “normale” oltre al dolore sono presenti sentimenti che possono portare ad emozioni negative come per esempio senso di colpa nei confronti della persona deceduta. Questi sentimenti nei sei mesi successivi alla morte vengono considerati come un segno di resilienza (capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico) e indice di una migliore risoluzione del lutto[4] [5].
Dal punto di vista clinico esistono due fasi:
- il lutto “acuto” che si verifica nelle fasi subito successive alla morte e può essere caratterizzata da sofferenza e comportamenti ed emozioni considerati inusuali dallo stesso soggetto, come profonda tristezza, crisi di pianto, disforia, intensa preoccupazione associata al ricordo della persona deceduta, disturbi neurovegetativi, difficoltà di concentrazione, disinteresse nei confronti dei rapporti sociali e delle normali attività quotidiane.
- il lutto “integrato” o “costante” è invece caratterizzata dal fatto che la persona deceduta viene ricordata con maggiore facilità nonostante la tristezza. Il passaggio da una fase all’altra avviene entro i primi mesi dalla morte e gradualmente la persona in lutto riprende le sue normali attività. Tuttavia, durante questo processo si possono avere riacutizzazioni della sintomatologia in corrispondenza di eventi significativi come ricorrenze, festività, anniversari, compleanni, altri lutti o durante periodi particolarmente stressanti[6].
Il lutto normale generalmente si risolve entro un anno dalla morte.
Il lutto “complicato”
Il lutto “complicato” è un prolungamento del normale processo del lutto che produce effetti negativi sulla salute fisica e mentale. Dopo un anno dall’evento, alcune persone possono sviluppare una grave reazione a lungo termine a causa della mancata evoluzione dalla fase del “lutto acuto” a quella del “lutto integrato”, per cui il lutto acuto si prolunga nel tempo per un periodo almeno pari o superiore ai sei mesi o per un tempo indefinito[7].
La sintomatologia del lutto complicato comprende due tipi di sintomi:
- Intenso struggimento; desiderio della persona amata; emozioni dolorose; costante stato di preoccupazione legato al ricordo della persona scomparsa;
- Pensieri ricorrenti e persistenti circa l’assenza della persona deceduta; senso di incredulità riguardante la morte; rabbia e amarezza; frequente tendenza all’evitamento dei ricordi associati al dolore della perdita.
Alcuni dei soggetti che sperimentano un lutto complicato possono percepire se stessi come intrappolati in un loop di sintomi che finiscono per diventare il punto focale dell’esistenza e che rendono loro difficile concentrarsi su altro.
Invece, altri, in lutto complicato, vorrebbero che il cordoglio non avesse mai fine e pensano che ricominciare a gioire della propria vita significherebbe tradire la persona amata.
Quando i sintomi perdurano a lungo, finiscono, dunque, per condizionare significativamente la «qualità della vita» e sul «funzionamento» della persona in varie aree dell’esistenza, diventando cronici[8]. Il lutto complicato può provocare importanti effetti anche sulla salute fisica e alcuni studi hanno documentato un disturbo cronico del sonno[9] [10].
Per risolvere questa condizione si consiglia di rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta.
Dott.ssa Cristina Colantuono
Dott.ssa Silvia Bera
[1] Emanuele Zanaboni. L’ironia del lutto
[2] Agnew A, Manktelow R, Taylor BJ, Jones L. Bereavement ne-5. eds assessment in specialist palliative care: a review of the literature. Palliat Med Online First 2009; doi: 10. 1177/ 0269216309107013.
[3] Boerner K, Wortman CB, Bonanno GA. Resilient or at risk? A17. 4-year study of older adults who initially showed high or low distress following conjugal loss. J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci 2005; 60: 67-73.
[4] Bonanno GA, Wortman CB, Nesse RM. Prospective patterns18. of resilience and maladjustment during widowhood. Psycol Aging 2004; 19: 260-71.
[5] Zisook S, Shear C. Grief and bereavement: what psychiatrists19. need to know. World Psychiatry 2009; 8: 67-74.
[6] Shear K, Shair H. Attachment, loss, and complicated grief. Dev20. Psychobiol 2005; 47: 253-7.
[7] Zisook S, Shear C. Grief and bereavement: what psychiatrists19. need to know. World Psychiatry 2009; 8: 67-74.
[8] Zisook S, Shear C. Grief and bereavement: what psychiatrists19. need to know. World Psychiatry 2009; 8: 67-74.
[9] Germain A, Caroff K, Buysse DJ. Sleep quality in complicated58. grief. J Trauma Stress 2005; 18: 343-6.
[10] Hardison HG, Neimeyer RA, Lichstein KL. Insomnia and com-59. plicated grief symptoms in bereaved college students. Behav Sleep Med 2005; 3: 99-111.